Petsblog Gatti FIV nel gatto: significato del test in caso di virus dell’immunodeficienza felina

FIV nel gatto: significato del test in caso di virus dell’immunodeficienza felina

Come interpretare la positività o la negatività dei test per la FIV nel gatto? Ecco qualche indicazione.

FIV nel gatto: significato del test in caso di virus dell’immunodeficienza felina

FIV nel gatto – Abbiamo già parlato in passato di cause, modalità di trasmissione, sintomi e terapia della FIV nel gatto. Oggi ci concentreremo su un aspetto particolare: l’interpretazione del test. Il gatto normalmente si infetta con la FIV tramite i morsi o per trasmissione da madri infette. Il test che si usa può essere sierologico (è un test anticorpale, non antigenico, quindi diverso da quello della FeLV) o una PCR. Normalmente un gatto viene testato sia per la FIV che per la FeLV in contemporanea.

FIV: significato dei test positivi sul sangue

Come anticipavamo il test per la FIV è un test anticorpale, quindi basato sul ritrovamento degli anticorpi prodotti contro il virus. Questo perché la FIV non produce abbastanza particelle virali atte ad usare un test antigenico. Normalmente si usano test ELISA o di immunocromoatografia per rilevare gli anticorpi in circolo.
Alcuni tipi di test cercano anticorpi diretti contro la proteina del core p24, altri contro la proteina dell’envelope gp40. Conviene usare il siero o il plasma, non il sangue con anticoagulante perché altera il colore e aumenta il rischio di falsi positivi. La sieroconversione si ha dopo 2-4 settimane dopo l’infezione, quindi prima di questo periodo è facile avere un falso negativo.

Un test positivo alla FIV può significare:

  • gatto infetto: l’infezione è a vita, non c’è nessuna possibilità di negativizzazione come invece accade con la FeLV
  • gatto nato da madre infetta: se la madre è infetta, per forza il gattino avrà gli anticorpi della madre contro la FIV assunti tramite il colostro. Quindi in questo caso si parla di falso positivo in quanto il test è anticorpale e gli anticorpi materni persistono per almeno quattro mesi. Aggiungiamoci poi la sieroconversione di due mesi e si capisce come su un gattino sia possibile diagnosticare la FIV solamente dopo i sei mesi di vita, prima non ha alcun valore il test
  • gatto con falso positivo: ricordate che nessun test è mai sicuro al 100%, in casi dubbi si ritesta con altro test o facendo passare altro tempo
  • FIV: significato dei test negativi sul sangue

    Se testo un gatto per la FIV ed è negativo, allora posso ricadere in tre situazioni:

    • il gatto non ha la FIV
    • il gatto ha la FIV, ma non c’è ancora stata sieroconversione
    • il gatto ha la FIV, ma non ha ancora prodotto anticorpi o ne produce talmente pochi che il test non è in grado di rilevarli. Questo capita o in gatti terminali o in fase di latenza o nel caso siamo a meno di due mesi dall’infezione. In questo caso conviene ritestare il gatto dopo due mesi dal morso

    La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

    Foto | houserwolf

    Seguici anche sui canali social

    Ti potrebbe interessare

    Antibiotici: quali sono gli effetti collaterali?
    Cani

    Gli antibiotici sono farmaci che uccidono o inibiscono la crescita dei batteri e vengono somministrati per via orale o parenterale per trattare le infezioni batteriche anche nei cani e nei gatti. Tuttavia, l’uso eccessivo o improprio degli antibiotici può portare a problemi e a effetti collaterali indesiderati. In questo articolo vengono esplorati l’uso degli antibiotici nei cani e nei gatti, fornendo informazioni su come utilizzarli in modo sicuro ed efficace.