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Gattari da legare: lo scatto felino, il salto umano

Quante volte abbiamo sentito questa espressione?

Gattari da legare: lo scatto felino, il salto umano

Quando avevo 9 anni circa, stavo spazzolando un asocialissimo gatto di una parente. Eravamo in bagno, e gli cadde UNA goccia d’acqua sul naso. Quel giorno me lo ricorderò per sempre grazie a una cicatrice all’interno della coscia destra. Una rasoiata. Saltammo in contemporanea, lui per quell’UNICA goccia d’acqua e io per il dolore.

Anni dopo, mi avvicinai a una delle mie gatte che dormiva su una panca. Era irresistibile, dovevo accarezzarla. Appena la toccai, lei si svegliò di soprassalto balzando sulle quattro zampe. Io, spaventata, mi raddrizzai di corsa dando una testata sulla piattaia appesa al muro. Episodi così costellano tutta la mia esistenza di gattara. I loro magnifici scatti sono stati spesso accompagnati da miei bernoccoli e perdite d’equilibrio. Io, che non faccio un metro di corsa nemmeno se sto per perdere l’autobus, con loro ho eseguito performance che manco Sara Simeoni.

Quante volte vi è capitato di mettere croccantini nella loro ciotola sapendo già cosa sarebbe accaduto? Mano afferrata in un nanosecondo nel momento esatto in cui pensate “ok, questi sono abbastanza”. Quante volte avete visto una mosca in casa e avete pensato “Oddio, adesso la vede e…”. E non avete nemmeno finito di pensare la frase che già la stava masticando. Io lo capisco Leonardo da Vinci, così affascinato dall’anatomia felina. Chissà se anche lui aveva una cicatrice sulla coscia dopo 30 anni.

Foto | Flickr

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