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Sperimentazione animale in Italia: i numeri preoccupanti del Ministero della salute

Sono davvero allarmanti i dati relativi all’impiego di animali per fini sperimentali nel nostro Pese. Ecco cosa emerge dalle nuove statistiche.

Sperimentazione animale in Italia: i numeri preoccupanti del Ministero della salute

Sperimentazione animale in Italia – Sono davvero allarmanti i dati relativi alle sperimentazioni animali condotte nel nostro Paese, numeri emersi da recenti statistiche secondo le quali il numero totale di animali impiegati nella sperimentazione è sorprendentemente aumentato dal 2015 al 2016. Dai dati raccolti è infatti emerso che il numero di cavie utilizzate e uccise non solo non si riduce, ma sorprendentemente aumenta nel nostro Paese, passando dai 586.699 del 2015 ai 611.707 sacrificati nel 2016.

Fra gli animali sfruttati per la sperimentazione non vi sono solo ratti e conigli, ma anche cavalli, capre, topi, polli e pesci, e persino macachi, che arrivano ad essere 454, contro i 224 del 2015. Un dato sorprendente, soprattutto se si considera che il Ministero dovrebbe autorizzare l’uso di primati non umani solo in via del tutto eccezionale. Gli animali trascinati nel tunnel della sperimentazione subiscono ogni tipo di sofferenza, a cominciare da quella della cattura. I primati vengono infatti catturati e importati da Paesi come Asia e Africa.

Fra i dati che lasciano l’amaro in bocca segnaliamo quelli che riguardano i 4.610 animali riutilizzati, ovvero sottoposti a più di un esperimento; 2.173 sono i topi allevati per il mantenimento di colonie di animali geneticamente modificati, 1.787 sono gli animali utilizzati per l’istruzione e la formazione. Anche questo rappresenta un dato sorprendente, dal momento che nel nostro Paese vi è il divieto di procedure didattiche su animali, se non nei casi dell’alta formazione universitaria.

Sono inoltre 216.654 le procedure condotte per la ricerca di base, un numero che almeno in teoria avrebbe dovuto scendere drasticamente, dal momento che – come si legge nel comunicato della LAV (Lega anti vivisezione) – le norme prevedono che sia consentito l’impiego di animali per fini scientifici solamente se e quando non è possibile assolutamente utilizzare un altro metodo scientificamente valido. Ai numeri elencati si aggiungono quelli della sperimentazione sugli animali deceduti e sulle forme di vita non ancora del tutto sviluppate, oltre che sugli invertebrati.

La maggior parte degli animali usati per la sperimentazione sono sottoposti a procedure che prevedono un

deterioramento persistente delle condizioni dell’animale, graduale malattia che porta alla morte, associate a dolore, angoscia o sofferenza moderati e di lunga durata, […] produzione di fratture instabili, toracotomia senza somministrazione di idonei analgesici, ovvero traumi intesi a produrre insufficienze organiche multiple, […] stress da immobilizzazione per indurre ulcere gastriche o insufficienze cardiache.

Si parla di esperimenti terrificanti, ai quali vengono sottoposti quotidianamente degli animali innocenti, esseri senzienti che soffrono ed hanno paura esattamente come noi.

Dobbiamo superare l’obsoleto vincolo del ricorso al modello animale,

commentano giustamente i membri della LAV

dando al nostro Paese lo slancio verso la ricerca del futuro, per motivazioni etiche e scientifiche, e rivolgendoci a una ricerca utile ed affidabile.

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