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I cani di Pompei su The New York Times

Il problema dei cani randagi di Pompei, così come il degrado generale del paradiso storico di cui dovremmo vantarci invece di ignorarlo ha fatto il giro del mondo, così come la notizia del successo del progetto (C) Ave Canem, attenti al cane.Il The New York Times esalta infatti la bravura di Giacomo Bottinelli, il coordinatore […]

I cani di Pompei su The New York Times


Il problema dei cani randagi di Pompei, così come il degrado generale del paradiso storico di cui dovremmo vantarci invece di ignorarlo ha fatto il giro del mondo, così come la notizia del successo del progetto (C) Ave Canem, attenti al cane.

Il The New York Times esalta infatti la bravura di Giacomo Bottinelli, il coordinatore del progetto, che è riuscito a fa adottare, ad oggi, 22 cani che vivevano tra le rovine della famosa città ai piedi del Vesuvio, anche se, precisa la giornalista, molti altri sono in attesa di una casa.

La Lega Antivivisezionista ritiene che circa 135.000 animali vengono abbandonati in Italia ogni anno, solitamente durante l’estate, ma i cani di Pompei hanno una storia particolare, inoltre abbandonati dagli stessi turisti durante le visite i cani si raggruppano in branchi che possono diventare pericolosi.

I cani del progetto (C) Ave Canem vantano nomi d’eccezione, Vesonius, Diomede o Mulvia, per ricordarne la provenienza. Una storia a lieto fine anche se la vera fine ancora non è visibile, e leggere questo su The New York Times è, a mio parere inverosimile.

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