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Perché è importante mettere il microchip anche ai gatti?

Sarebbe importante mettere il microchip anche ai gatti, non solo per ritrovarli in caso di smarrimento, ma anche per dimostrarne la proprietà in caso di furto.

Perché è importante mettere il microchip anche ai gatti?

Avete idea di quanti gatti vengano ritrovati ogni giorno e non si riescano a ridare al legittimo proprietario perché non si sa dove cercare questo proprietario? E avete idea di quanti gatti vengano smarriti ogni giorno e i proprietari non riescano a ritrovarli? Questo perché purtroppo in Italia c’è l’obbligo di applicazione del microchip solamente sul cane, non sui gatti. Nei gatti è facoltativo, a discrezione del proprietario: purtroppo molti proprietari per risparmiare soldi (che poi è l’unico motivo per cui non lo mettono), decidono di non applicarlo quando gli viene consigliato perché tanto non succederà mai niente… salvo ritrovarteli in lacrime mesi o anni dopo, col gatto sparito e mai più ritrovato, mentre magari il suddetto gatto è stato da tempo ritrovato, ma non è possibile risalire al proprietario perché non ha il microchip.

E che dire dei casi di denunce di furto? Io trovo un gatto randagio, non ha il microchip e decido di tenermelo. Dopo un po’ salta fuori il presunto proprietario, scatta la denuncia di furto, ma come fai a dimostrare che quel gatto che ho io era il tuo se non ha il microchip? In nessun modo. Hai un libretto sanitario? Beh, senza microchip potrebbe appartenere a qualsiasi gatto di quel colore. Capite perché è importante mettere il microchip al gatto?

Cosa succede se metto il microchip al gatto?

Succede che in caso di furto o smarrimento, se il veterinario o il canile/gattile leggono il numero di microchip, possono risalire al proprietario, chiamarlo e ricongiungere così il gatto al proprietario. Questo evitando che il gatto venga smarrito per sempre. Fondamentalmente visto che il costo dell’applicazione del microchip è quello di una visita e quindi non una spesa insostenibile, soprattutto per i gatti che escono fuori è una garanzia di sicurezza in più mettergli il microchip.

Inutile decidere di non metterlo per risparmiare poche decine di euro (stiamo parlando di 20-30 euro, non chissà di che cifre: si spende di più per andare dal parrucchiere o farsi le unghie), salvo poi piangere lacrime di coccodrillo quando il gatto si perde e non si riesce più a ritrovarlo. O quando a ritrovarlo è un’altra persona che si rifiuta di restituirlo perché non potete dimostrare in nessun modo che quello è il vostro gatto visto che non gli avete messo il microchip.

Oltre al fatto che aiutereste gattili e volontari a non essere così sovraffollati: se si riuscisse a sapere a chi appartiene la maggior parte dei gatti ritrovati, questi potrebbero ritornare a casa loro ed esserci più spazio per ospitare i veri randagi. Invece i gattili sono sovraffollati di gatti di proprietà che probabilmente nessuno andrà mai a reclamare perché non si riesce a risalire a chi appartengono.

Come mettere il microchip al gatto?

Di solito i veterinari vi propongono di applicare il microchip al gatto durante l’intervento di sterilizzazione. Visto che l’ago è piuttosto grosso e visto che spesso i gatti non sono così collaborativi, conviene sfruttare l’anestesia della sterilizzazione in modo da applicare il microchip senza che il gatto si stressi troppo.

Una volta compilato poi il documento di applicazione del microchip, il veterinario provvederà a caricare i dati sull’Anagrafe Felina: se il gatto verrà smarrito, leggendo il microchip da qui sarà possibile risalire al proprietario e restituirgli il suo gatto.

Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | iStock

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