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I gatti di Bigazzi e altri animali … in tavola

La polemica sulla “ricetta del gatto” data da Bigazzi in diretta alla Prova del Cuoco sta scatenando il web e i media, dividendo l’opinione in due. Da una parte c’è chi trova altamente offensivo quanto spiegato da Bigazzi, ovvero come va cucinato un gatto, ed altri che trovano eccessiva la sospensione dell’esperto di cucina, in […]

I gatti di Bigazzi e altri animali … in tavola

La polemica sulla “ricetta del gatto” data da Bigazzi in diretta alla Prova del Cuoco sta scatenando il web e i media, dividendo l’opinione in due. Da una parte c’è chi trova altamente offensivo quanto spiegato da Bigazzi, ovvero come va cucinato un gatto, ed altri che trovano eccessiva la sospensione dell’esperto di cucina, in quanto la ricetta del gatto è stat una realtà diffusa per molti anni, soprattutto durante la guerra, e non c’è da scandalizzarsi per una cosa che ha salvato molte famiglie dalla fame.

Ma chi ha ragione? Di certo, lo Stato italiano attualmente ha vietato il consumo alimentare di animali da affezione (legge 281 del 14 agosto 1991), ovvero cani e gatti, e cucinare un gatto con le patate può essere punito con l’arresto. Ma anche chi afferma che scandalizzarsi eccessivamente è del tutto fuori posto ha le sue buone motivazioni. Nelle discussioni, in calce al nostro post, nasce soprattutto una perplessità: i conigli li mangiamo; non sono anch’essi animali da affezione che spessissimo vengono cresciuti in casa dai bambini e che arrivano ad essere addestrati al pari di un gatto? E i cavalli? Li curiamo e li addestriamo, e finito lo sport… li mangiamo in involtini. D’accordo, per molti questi non sono animali da affezione, ma da cortile, però il passaggio da una tipologia all’altra è assai breve. Anche i cani e gatti, d’altronde, vivono ugualmente in casa ed in cortile, semplicemente hanno avuto un’evoluzione differente, in quanto scelti dall’uomo prima degli altri come animali da tenere in casa.

L’obiezione più sana e scientifica che nasce dai commenti, invece, riguarda proprio la biologia e la scienza. La biologia, in effetti, spiega che il sistema immunitario dei carnivori tende a preferire carni di erbivori per motivi di digesione e di gusto della stessa carne. In effetti, ci sono già numerosi studi medici in cui si afferma che mangiare carne in generale faccia male, per la presenza eccessiva di sostanze digeribili in maniera lenta o non digeribili, nonché di tossine, e se pensiamo a questo, aggiungere di mangiare carne di chi già a mal digerito altra carne (quindi di carnivori), la situazione si complica notevolmente (qui qualche testo scientifico per chi vuole cimentarsi). Sotto l’aspetto storico-economico, inoltre, l’uomo ha deciso di evitare di mangiare carnivori (fatta eccezione degli onnivori maiali e cinghiali), anche perché, semplicemente, allevare una erbivoro costa molto grano e mangimi, ma allevare un carnivolo costa molti… erbivori.

Storie di umani che mangiano animali di tutti i tipi ce ne sono, si mangiano coccodrilli, topi, squali, balene, serpenti e in Cina, fino a qualche giorno fa, era del tutto legale consumare carne di gatto e di cane, accanto ad un altro piatto prelibato, ovvero il cervello di scimmia uccisa al momento. Sui canali di National Geographic quotidianamente si assiste a scene di viaggi esotici in cui i protagonistri mangiano di tutto, e senza andar eccessivamente lontano, è usanza anche tutta italiana allevare e poi mangiare i tordi sott’olio o arrosto (per non parlare di polpi, prima negli acquari e poi sulla brace, caprioli e cervi, per dirne alcuni). Ed allora? Forse non è così scandaloso, che la fame faccia l’uomo onnivoro… ed anche cannibale. Ricordo la storia del disastro aereo delle Ande, raccontata per anni ovunque e ripresa in un film, Alive, che ha visto diversi sopravvissuti ad un incidente aereo nutrirsi dei propri amici morti.

Tornando, infine, alla storia di Bigazzi, certo ci ha fatto riflettere su quanto in verità vogliamo bene ai nostri gatti e cani, a discapito di altre specie, e sicuramente nessuno avrà voglia di provare la ricetta solo perché narrata dal noto enogastronomo televisivo. Però, insomma, riguardando il video, il Beppe nazionale ironizzava e “sparlava” (come affermato dalla Clerici) sulla ricetta del gatto e non invitava a mangiarlo al posto della mucca, forse tutto il polverone è stato davvero eccessivo, in un Italia dove in tv si vedono e sentono cose decisamente peggiori… no?

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