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Gattari da legare: Il Tempo della Festa

Nell’analisi fenomenologica della nostra religione di Bastet, è giunto il momento di analizzare la categoria del tempo e, in particolare, i momenti fuori dal tempo per eccellenza: le feste. Oggi è la festa del gatto, data che, del tutto arbitrariamente, gli umani hanno scelto per tributare i dovuti onori al felino domestico.In realtà, però, i […]

Gattari da legare: Il Tempo della Festa

Nell’analisi fenomenologica della nostra religione di Bastet, è giunto il momento di analizzare la categoria del tempo e, in particolare, i momenti fuori dal tempo per eccellenza: le feste. Oggi è la festa del gatto, data che, del tutto arbitrariamente, gli umani hanno scelto per tributare i dovuti onori al felino domestico.

In realtà, però, i gatti stessi osservano un calendario festivo sconosciuto ai non adepti. Specifichiamo che, in ogni caso, i giorni feriali in un anno felino sommano a un massimo di tre. Tra le festività principali, ricordiamo la festa del pollone sfregiato, o del bulbo divelto. La festività, che arriva in occasione della primavera, serve a consacrare i nuovi germogli alla dea, offrendoglieli in sacrificio. Le piante, così mutilate, diventeranno di proprietà del felino, vicario di Bastet.

Un’altra celebre ricorrenza è quella del Tourist Cat Trophy: le origini sono collocabili sull’isola di Man, e la simbologia è la stessa dei riti di passaggio. Un gatto adolescente deve, per dimostrare l’appartenenza al mondo adulto, entrare nella casa di un umano sconosciuto, dormire sul suo letto, leccare i suoi piatti sporchi e graffiare il suo divano.

I sacrifici di sangue umano sono ricorrenti, ma non identificabili con un periodo preciso dell’anno: solitamente, avvengono prima di consumare i pasti, mentre l’umano prepara il cibo, e servono allo stesso scopo delle feste primaverili. Più recente è l’istituzione della Festa del Riciclo, dettata dall’alto senso civico dei felini: i festeggiamenti consistono nello sventrare sacchetti dell’immondizia lasciati incustoditi, spargendone con attenzione il contenuto, allo scopo di sensibilizzare gli umani sul tema della raccolta differenziata.

Il concetto cardine del Carnevale umano, quello cioè di sovvertire l’ordine sociale per un giorno, è alla base della festa del Carnevale felino: un giorno all’anno il gatto si assoggetta al volere umano, fingendo di rispondere a un richiamo del presunto padrone o obbedendo a un ordine. Questa festa presenta, inoltre, un aspetto caritatevole, che è quello di gratificare il bipede aumentandone l’autostima.

I due momenti annuali del calore, invece, hanno come scopo l’esatto contrario. In origine erano semplici festival canori che, ben presto, svelarono le proprie potenzialità: l’umano, fiaccato fisicamente e mentalmente dalla baldoria festosa dei felini e dalla conseguente insonnia, manifestava una maggiore prodigalità nell’offrire cibo, nella vana speranza di far calmare i gatti.

Si decise, quindi, di trasformare i due periodi in una sorta di festa dell’abbondanza, durante la quale finti baccanali venivano inscenati al solo scopo di incamerare provviste. Si dice che chiunque lanci acqua gelata (o bollente), oggetti contundenti (e non) contro i gatti in calore nell’empio tentativo di farli smettere, riceverà la diretta maledizione della dea, oltre che quella di tutti i gattari. La dea incoraggia l’utilizzo di semplici tappi per le orecchie o, ancora meglio, un attento ascolto di quegli antichi canti.

Foto | Flickr

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