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Gattari da legare: Una gattara vigliacca e i mass media

Una gattara vigliacca che fugge davanti alle scene in tv di maltrattamenti.

Gattari da legare: Una gattara vigliacca e i mass media

Se devo essere sincera, non ho scelto di diventare gattara: mi ci sono trovata. C’è chi nasce in una famiglia di avvocati e ritiene la scelta di giurisprudenza l’unica possibile, o chi nasce in un’azienda vinicola e consacra la propria vita ai filari e ai grappoli. Io sono cresciuta in mezzo alle scodelle di cibo per i gatti randagi, e non ho visto altre strade che proseguire la tradizione.

In tanti anni ho visto scene poco piacevoli e scene orribili, trovandomi spesso impreparata ma avendo il supporto di un veterinario secondo me eccezionale. Ogni volta che mi sono trovata a dover aiutare qualche gatto messo male, reagivo d’istinto, senza pensarci. Una volta superato il momento critico, il mio sangue freddo veniva meno e io con lui. Ma le scene di maltrattamenti o di violenza sugli animali in tv, su tutti gli altri mass media e sui social network… quelle sono un’altra cosa.

Se al telegiornale fanno un servizio sui cuccioli di foca massacrati, comincio a urlare “lalalalala” mentre, a occhi chiusi, cerco il telecomando per cambiare canale. Se trovo un articolo sulle perreras, lo divulgo senza aver letto più di tre righe. Elimino dalla pagina facebook qualsiasi foto di animale maltrattato, chiuso in gabbia o solo vagamente sofferente. La mia incapacità di affrontare scene simili è condivisa dai miei familiari e nota ai miei amici: nessuno si stupisce se, ospite a pranzo, sparisco sotto il tavolo mentre vengono mandate immagini angoscianti. Eppure è fondamentale informare e anche “mostrare”, perché in molti non si sono mai nemmeno posto il problema di cosa accada in un allevamento intensivo e di come quella cotoletta sia arrivata nel piatto. Come si può sperare che l’approccio con la vita animale cambi, se non si informano gli umani? Come si può mettere fine a massacri e maltrattamenti, se non vengono portati alla luce?

La scusa ufficiale è che non ho bisogno di essere sensibilizzata su argomenti ai quali già sono sensibile, ma non riesco a spiegarmi quest’incapacità di affrontare situazioni che non riguardino me direttamente. Alcune mie amiche volontarie per associazioni che si occupano di animali, non solo sostengono la vista di scene terribili, ma le studiano, le analizzano, le diffondono e ne parlano senza rimanerne indurite. Io preferisco la fuga. Questa mia vigliaccheria sta diventando imbarazzante, anche perché ne esco come una che nasconde la testa sotto la sabbia. Datemi un gatto investito e vi solleverò il mondo. Datemi la foto di un gatto investito e vi crollerò sul pavimento.

Foto | Flickr

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