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La toxoplasmosi nel gatto, cosa è e come si cura

Toxoplasmosi, cause, sintomi, diagnosi e terapia per non demonizzare il gatto

La toxoplasmosi nel gatto, cosa è e come si cura

Che ne dite se oggi andiamo a parlare di toxoplasmosi nel gatto? Ovviamente discuteremo di cause, sintomi, diagnosi e terapia, ma soprattutto capiremo finalmente perché non bisogna demonizzare il gatto a priori. Purtroppo ancora oggi molti medici umani dimostrano una scarsa conoscenza della malattia, a quanto pare quando leggono le cause si fermano e si fissano sul gatto e considerano solo questa.

Peccato che su qualsiasi libro di medicina, troverete il gatto come causa in fondo all’elenco e non all’inizio, questo significherà pur qualcosa. Fermo restando che comunque si tratta di una zoonosi, è possibile prenderla dal gatto solo in particolari circostanze che andremo fra poco ad esaminare. Il succo del discorso è: se avete un gatto in casa, non datelo via perché siete incinta e avete paura della toxoplasmosi, ma seguite solamente qualche normale precauzione di base.

Cause e modalità di trasmissione

Toxoplasma gondii

La causa della toxoplasmosi è il Toxoplasma gondii, un parassita endocellulare obbligato di cui il gatto domestico e gli altri felidi sono ospiti definitivi, mentre uomo, cane, coniglio e potenzialmente tutti gli altri animali a sangue caldo sono ospiti intermedi. Il Toxoplasma si presenta in tre forme: tachizoiti (elemento a rapida moltiplicazione, mobile, presenti nei tessuti degli ospiti intermedi), bradizoiti (elemento a lenta moltiplicazione, immobile, presenti nei tessuti degli ospiti intermedi) e le oocisti tissutali (eliminate nelle feci). Il ciclo biologico del Toxoplasma gondii è alquanto particolare, ne riconosciamo di due tipi:

  1. ciclo biologico enteroepiteliale: è il ciclo che troviamo solamente nell’ospite definitivo, ovvero il gatto. Questi si infetta ingerendo gli ospiti intermedi, i bradizoiti vengono rilasciati dalle cisti tissutali ingerite, entrano nelle cellule intestinali e dopo diverso tempo cominciano a riprodursi, formano le oocisti che vengono rilasciate nell’ambiente con le feci. Quando queste vengono esposte a determinate condizioni di umidità, ecco che sporulano e diventano infestanti. Questo ciclo dura 3-10 giorni dall’ingestione delle cisti tissutali e a quanto pare il 97% sviluppa questo ciclo, ma solo il 20% dei gatti che le ingerisce svilupperà la malattia
  2. ciclo biologico extraintestinale: questo ciclo è quello tipico di cani, persone o anche gatti, intesi come ospite intermedio ed è lo stesso sia che si ingeriscano le oocisti che le cisti tissutali. Dopo essere state ingerite, nell’intestino entrano nelle cellule e liberano i tachizoiti e alla fine si incistano, piene di bradizoiti. Queste cisti tissutali possono formarsi nel sistema nervoso centrale, nei muscoli o in qualsiasi organo viscerale

Per quanto riguarda le vie di trasmissione della toxoplasmosi, esse sono:

  • ingestione di carne cruda o poco cotta (niente albese per un po’)
  • ingestione di salumi crudi (mi spiace, ma se siete recettive, i salumi ve li scordate per nove mesi)
  • manipolazione di carni crude (i tachizoiti sono mobili e possono penetrare attraverso le piccole ferite delle mani, meglio usare i guanti)
  • ingestione di verdura cruda contaminata (usate dunque i guanti per manipolarla)
  • ingestione di latte crudo di capra (pare che sia molto ricco di toxoplasma)
  • ingestione di oocisti da terriccio o sabbia infetta (evitate di fare giardinaggio)
  • manipolazione di feci di gatto infetto

Ora, per quanto riguarda il gatto, volevo fare una precisazione. Prima di tutto per poter prendere la toxoplasmosi da un gatto, questi deve avere la malattia in corso, non basta guardare un gatto negli occhi o respirare nella stessa stanza per contrarla. Essendo che il gatto si infesta mangiando carne cruda o leccando terriccio contaminato, mi sembra evidente che se il gatto vive sempre ed esclusivamente in casa e non viene mai alimentato con carne cruda, la possibilità che contragga la toxoplasmosi è nulla. Ma ipotizziamo pure di avere un gatto con toxoplasmosi in atto: non è che rimane infestante a vita, massimo per 15-20 giorni, poi diventa immune, che significa che non potrà mai più contrarla. Esattamente come succede alle persone che fanno il test e risulta che l’hanno fatta in passato.

Altra considerazione. Ipotizziamo sempre di avere la sfortuna di avere in casa un gatto positivo, con infezione in atto: non basta accarezzarlo o dargli un bacino in testa per prenderla. Essendo che le oocisti quando vengono emesse con le feci hanno bisogno di stare a una temperatura e a un’umidità elevata per sporulare (quindi per diventare infettanti), vuol dire che per contrarla dal gatto dovete seguire i seguenti passaggi:

  • lasciare le feci per più di 24 ore nella lettiera, belle sepolte e al calduccio
  • prendere le suddette feci con le mani nude
  • mettere le mani così sporche direttamente in bocca

Ora, io credo che nessuno di noi farebbe mai una cosa del genere, giusto? Per quanto riguarda le oocisti che rimangono sul pelo del gatto, il mantello è secco, per cui non ci sono le condizioni giuste per cui esse possano sporulare. Quindi se qualcuno vi dice di dare via il gatto perché siete incinta, magari prima consultate un veterinario: i medici umani la studiano solo dal punto di vista umano, ma i veterinari, essendo una zoonosi, la studiano da ambo le parti.

Una domanda che mi viene posta di frequente è: ‘Posso prendere la toxoplasmosi dal mio cane?’ e la risposta è ‘Sì, ma solo se lo mangi crudo’. Essendo il cane un ospite intermedio come il bovino, per esempio, l’unica metodica per prendere la toxoplasmosi da lui è ingerirlo crudo. Ipotesi quasi più fantascientifica che prenderla dal proprio gatto domestico.

Sintomi

Parliamo ora di sintomi di toxoplasmosi nei due animali che ci interessano di più, ovvero il cane e il gatto. Partiamo da quest’ultimo: se è vero che molti gatti contraggono la toxoplasmosi quasi senza che ce ne accorgiamo, con magari una leggera diarrea transitoria, è altrettanto vero che anche i mici possono essere colpiti da una forma più grave. Ecco dunque i principali sintomi di toxoplasmosi nei gatti, ovviamente i micini sono quelli più a rischio, soprattutto a causa delle infezioni transplacentari:

  • febbre
  • anoressia
  • abbattimento
  • dimagramento
  • dolore muscolare
  • congiuntivite, rinite, tosse, dispnea, tachipnea, polmonite
  • diarrea, vomito
  • dolore addominale
  • ittero
  • ascite
  • artrite, zoppia
  • aritmie cardiache, morte improvvisa
  • linfoadenomegalia, splenomegalia
  • atassia, maneggio, alterazioni comportamentali, convulsioni, spasmi, tremori
  • retino coroidite, emorragie retiniche, neurite ottica, anisocoria, cecità, uveite, glaucoma, lussazione del cristallino, distacco della retina
  • mortalità neonatale, gattini debilitati, disfunzioni a carico di diversi organi

Questi sintomi possono essere ad insorgenza improvvisa o graduale. Quando coinvolto l’apparato respiratoria e il sistema nervoso centrale, la morte è molto più veloce.

Per quanto riguarda i sintomi nel cane, essi riguardano tre forme principali:

  • forma neuromuscolare: può durare anche parecchie settimane e non è detto che compaiano altri sintomi. A seconda della sede della lesione, possiamo avere convulsioni,deficit dei nervi cranici, tremori, atassia, paresi, paralisi; atrofia o rigidità muscolare, andatura anormale, paraparesi, tetra paresi
  • forma polmonare: febbre, tosse, dispnea, tonsillite
  • forma gastroenterica: vomito, diarrea, ittero

Tendenzialmente, la forma generalizzata si presenta maggiormente nei cani di età inferiore ad un anno, mentre i cani più anziani manifestano di solito i sintomi neuromuscolari. Raramente si hanno segnalazione di lesioni oculari che comprendono retinite, uveite, iridociclite e neurite del nervo ottico.

Diagnosi

Toxoplasmosi bradizoiti

La diagnosi di toxoplasmosi sia nel cane che nel gatto viene emessa tramite diversi esami di laboratorio. Ovviamente si necessita di un profilo completo per valutare emocromo e funzionalità di rene e fegato, tuttavia i tachizoiti possono essere evidenziati con esame citologico nei tessuti, mentre è raro trovare le oocisti negli esami fecali. Esattamente come in umana, esiste poi un test sierologico che valuta la presenza di anticorpi. Fondamentalmente sono tre i risultati che si possono trovare:

  • assenza di IgM e IgG: il paziente non ha la malattia in corso, ma non l’ha neanche fatta in passato, quindi significa che è recettivo
  • presenza di IgM: il risultato più temuto, significa che la malattia è in corso perché questi sono gli anticorpi dell’infezione recente
  • presenza di IgG: il risultato che vi tranquillizza di più, significa che il paziente in passato ha fatto la toxoplasmosi e che adesso ne è immune, in quanto questi sono gli anticorpi delle infezioni di vecchia data

Terapia

Gatto con donna

Per quanto riguarda la terapia in caso di manifestazione clinica in cani e gatti, la Clindamicina rimane l’antibiotico di prima scelta. Tendenzialmente, dopo 24-48 dalla sua somministrazione i segni clinici cominciano a migliorare, anche se a dire il vero in caso di polimiosite ci si mette settimane prima di guarire. Tuttavia occhio che se il sistema nervoso è stato gravemente danneggiato, potrebbero rimanere comunque dei deficit neurologici anche a guarigione clinica avvenuta.

Ovviamente andranno trattati con gli appositi farmaci anche tutti gli altri sintomi, una terapia di supporto è fondamentale. A questo punto cosa bisogna fare se sono incinta e ho un gatto dentro casa? Beh, come prima cosa, se serve per farvi star tranquilli, si può fare il test sierologico al micio. Se l’ha fatta in passato, siete in una botte di ferro. Se è negativo, allora evitate di dargli carne cruda. In linea generale, ecco come una donna incinta dovrebbe comportarsi quando ha un gatto in casa (donna incinta negativa, perché se l’ha già fatta in passato è a posto):

  • se possibile, far pulire la lettiera a qualcun altro. Se non è fattibile, basta semplicemente mettersi dei guanti ed eliminare le feci prima che sporulino, quindi entro le 24 ore
  • non dare carne cruda al gatto
  • non fare giardinaggio o, almeno, mettetevi sempre i guanti prima di toccare terra o sabbia
  • non toccare la carne cruda con le mani
  • non mangiare carne cruda (marinarla col limone non serve, dovete per forza mangiarla cotta)
  • non mangiare salumi crudi (mi spiace, ma dovrete accontentarvi del prosciutto cotto)
  • non mangiare verdure crude (rassegnatevi a mangiarle cotte, sull’efficacia dell’Amuchina il dibattito è in corso)
  • non bere latte crudo di capra (a parte che vi sfido a trovarlo)

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | AjC1Pulmonary PathologyGrakus ArtRochelle, just Rochelle

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