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Cane che elemosina da tavola: consigli per evitare questa brutta abitudine

Ci sono almeno tre ottimi motivi per non dare il cibo della nostra tavola al cane: ricordate che non tutto quello che piace a Fido gli fa anche bene!

Cane che elemosina da tavola: consigli per evitare questa brutta abitudine

Una delle brutte abitudini che spesso concediamo ai nostri cani è quella di elemosinare dalla tavola. L’accattonaggio selvaggio e senza controllo è comune nei nostri cani, spesso incentivato dagli stessi proprietari che a parole si lamentano di questa situazione, ma che a conti fatti non fanno nulla per impedirla, anzi, fra sé e sé, si sentono più amati se il cane riceve cibo dalle loro mani.

Il problema peggiore nasce quando 99 volte su 100 i proprietari lasciano il cane elemosinare e incentivano questo comportamento, ma la centesima volta si arrabbiano col cane perché lo fa quando ci sono ospiti: il cane non lo sa e non può capire perché fino a ieri gli hai permesso un determinato comportamento e oggi, improvvisamente, lo sgridi. Questo significa confondere le idee al cane e non fornirgli quella corretta educazione che è alla base del suo benessere psicofisico.

Perché il cane non deve mangiare cibo dalla tavola

Ci sono tre ottime motivazioni per non dare il cibo della tavola al cane:

  • motivo sanitario: il nostro cibo è riccamente condito, difficile da digerire per il cane. Ovvio che lui vi chieda con insistenza di assaggiare quel delizioso arrosto che avete nel piatto, il profumo per lui è irresistibile ed è anche ovvio che gli piaccia da matti, ma non è detto che tutto ciò che gli piace gli faccia bene. Avete presente la Nutella per gli umani? Ecco, il concetto è lo stesso
  • motivo educativo: è fortemente diseducativo per il cane prendere cibo dalla tavola. Prima di tutto si lede la vostra leadership di capobranco: nel branco di lupi, il capobranco mangia per prima, osservato da tutti i membri gregari che lo guardano in rispettoso silenzio. Solo quando lui ha finito, agli altri è permesso mangiare. Se voi concedete al cane di mangiare insieme a voi, gli state implicitamente dicendo che è lui il capobranco, non voi, quindi la vostra figura autoritaria di membro leader diminuisce fino a svanire del tutto. Poi non vi lamentate se il cane non vi ascolta mai, fa i capricci, tira al guinzaglio, vi morde e via dicendo: non vi riconosce più come capobranco perché voi, con i vostri comportamenti, gli state insegnando che è lui il dominante e non voi
  • motivo comportamentale: classica situazione da ambulatorio. “Il mio cane non mangia più le crocchette, però se gli do l’arrosto, la carbonara, i tortellini, il salamino piccante li mangia volentieri”. Non sono esempi campati in aria, i tortellini sono stati la causa di una pancreatite fulminate in un cane, mentre il salamino piccante di una gastroenterite emorragica. Dunque, se il cane assaggia continuamente queste cose dalla tavola, mi spiegate perché dovrebbe poi mangiare le sue tristi crocchette? Ha ragione, le crocchette rispetto al salamino non sanno di niente, quindi ecco che arriva lo sciopero della fame. E ci credo: ha assaggiato di tutto e anche di più, sa che al mondo esistono cose più buone delle crocchette e che tanto a pranzo e cena gli vengono elargite se mendica un po’, chi glielo fa fare a mangiare il secco? E’ un po’ il discorso della Nutella: se ti do la scelta se mangiare adesso del minestrone o fra qualche ora un po’ di Nutella, cosa mangi?

Come fargli perdere questo vizio

Prima di tutto per far perdere il vizio di mendicare al cane, ci vuole un po’ di sana e onesta autocritica. Dovete ridiventare il leader del vostro branco, altrimenti il cane non si sottometterà mai a voi: se non vede in voi una figura carismatica, si assumerà lui questo compito. Quindi ecco che il problema dovrà essere risolto con una rieducazione del cane, ma i primi ad esserne convinti dovrete essere voi, altrimenti non funziona.

Siete a tavola, il cane si avvicina a mendicare, cosa fate? Lo ignorate semplicemente. Non lo guardate, non gli parlate, non lo toccate. Il cane insisterà, vi metterà una zampa sulla gamba o vi toccherà il gomito con la testa. Voi spostate la zampa, sempre senza guardarlo e senza parlargli, non sgridatelo neanche oppure spostate il gomito. Il cane adesso cerca di entrare nel vostro campo visivo, vuole il contatto, ma voi vi girerete di schiena, ma deve essere una mossa naturale, il cane non deve capire che lo state facendo per lui.

Ovviamente questo piano deve essere messo in pratica da tutti i membri della famiglia, altrimenti non ha senso. E nella famiglia includo anche parenti e amici in visita: troppo spesso questi si sentono in diritto di ignorare le raccomandazioni di chi sta faticosamente cercando di rieducare il proprio cane e fanno quello che gli pare e piace. Qui ci sarebbe da disquisire sulla corretta educazione delle persone: se io vado a casa di una persona e mi dice che in quella stanza non si entra, non lo faccio, casa sua, regole sue, le rispetto. Se mi dice che al cane non deve essere dato cibo dalla tavola, non glielo do. Se ignoro queste sue raccomandazioni, beh, potete sempre dirgli che verrà recapitato a lui il conto del veterinario quando il cane dovrà essere curato per aver mangiato cose che non doveva o quando si renderà necessario pagare un comportamentalista.

Un altro sistema è quello di rimandare il cane a cuccia ogni volta che viene verso di voi per mendicare. Sempre senza parlare e toccarlo, senza sgridarlo, reclamate la tavola come vostra, vi alzate e fate indietreggiare il cane fino a che non va a cuccia. Ovviamente lui si alzerà e tornerà alla carica e voi ogni volta dovrete fare la stessa cosa. Alla duecentounesima volta vedrete che capirà il concetto. Solo che deve essere fatto con costanza tutte le volte che il cane prova ad avvicinarsi alla tavola.

Una cosa che ritengo inutile fare in questi casi è quella di rinchiudere il cane in un’altra stanza. In questo modo non risolvo il problema, non sto educando il cane, lo sto solo mettendo da parte. Come si può sperare che il cane in questo modo capisca quello che non deve fare? Certo, non vi disturberà a tavola, ma non lo farà perché sa di non doverlo fare, ma solo perché c’è una porta fra lui e voi. Inoltre in natura il capobranco per risolvere il problema mica chiude il ribelle da un’altra parte? Più probabile che gli arrivi una ringhiata e un morso, però non è il caso di arrivare a questi estremi!

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Flickr

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