Petsblog Animali domestici I gatti del futuro che sbloccano il cellulare con la zampa

I gatti del futuro che sbloccano il cellulare con la zampa

L’iPhone 5s riconosce l’utente dalle sue impronte digitali. E se l’utente è un gatto?

I gatti del futuro che sbloccano il cellulare con la zampa

C’è compatibilità tra gatti e apparecchi elettronici? Ma certo e abbiamo molte testimonianze che lo dimostrano. Ci sono, per esempio, gatti che salgono sugli aspirapolveri che si muovono da sole e fanno il giro della casa (provatelo a farlo fare a un cane, se ci riuscite!), gatti che giocano con l’iPad, mici che attaccano il televisore (questo lo fanno anche i cani, però…) e via dicendo.

Ora i gatti hanno anche la possibilità di fare telefonate. O, per lo meno, di sbloccare un telefono. Parliamo dell’iPhone 5s la cui novità più evidente è il sensore di impronte digitali Touch ID integrato nel tasto Home. In pratica tale funzionalità è quella di riconoscere l’utente dalle sue impronti digitali e farlo così accedere al telefono. Non sarà più necessario alcun codice di sblocco: basterà poggiare il dito e zac, il telefono sarà sbloccato (e con lo stesso sistema digitale si potranno fare acquisti online).

E tutto questo che c’entra con i gatti? Ce lo dicono gli amici di Melablog: in pratica, i soliti smanettoni, hanno registrato il cuscinetto della zampa di un gatto con Touch ID e poi sono riusciti, dopo qualche tentativo, a fare sbloccare il telefono al gatto. Non si tratta di un malfunzionamento del sistema, ma proprio del fatto che il sensore ha prima memorizzato l’impronta del gatto e poi l’ha riconosciuta quando è stato il momento di sbloccare l’apparecchio.

Ora il prossimo passo sarà quello di insegnare a Micio a fare le telefonate: con pazienza ci riuscirà, ne siamo certi! Però, mi raccomando, evitate di fargli fare acquisti online che non si sa mai cosa potrebbe arrivarvi a casa!

Ed ecco il video che mostra come il gatto sblocchi l’iPhone 5s.

Foto | liz bustamante (http://www.flickr.com/photos/liz_noise/2415655220/) [CC-BY-2.0], via Wikimedia Commons

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