Petsblog Gattari da legare: Ho un déjà vu

Gattari da legare: Ho un déjà vu

Nel primo film della serie "Matrix", il protagonista monoespressivo viene a conoscenza del significato del déjà vu grazie alla visione ripetuta di un gatto.

Gattari da legare: Ho un déjà vu

Ecco, non c’è nulla di più vicino al déjà vu della vista di un gatto, per me.

Per quanto imprevedibili e divini, mi provocano reazioni note, dato che io sono prevedibile e umana. Se vedo un gatto su un muretto, devo avvicinarmi e farmi annusare e, se passo il controllo, devo accarezzarlo e attardarmi anche se vado di corsa. Se un gatto mi attraversa la strada, devo accucciarmi incurante dei passanti e chiamarlo con quella che a ma sembra una voce suadente, ma che fa fischiettare con noncuranza il mio compagno, che ha l’aria di dire “non conosco questa donna”.

Così anche i miei familiari: se mia madre sorprende un nuovo gatto in giardino, sa che passerà prima alcune ore nascosta dietro la finestra, per una ricognizione discreta: è maschio? È femmina? Sarà sterilizzato, è un gatto di casa in gita, come ha il pelo? È raffreddato? Devo aiutarlo. Dove mangiano in 11 mangiano in 12.

Il gatto, infatti, non è mai un gatto di casa che fa una passeggiata, ma è sempre un gatto messo male, denutrito, con qualche acciacco e un pessimo carattere, il che generalmente lo rende inviso agli altri gatti e costringerà mia madre a lunghe chiacchierate con gli altri ospiti: “non dovete trattarlo male, anche voi avete chiesto ospitalità e vi è stata data”. Il déjà vu a questo punto procede con mamma che vive in giardino per qualche giorno (con qualunque tempo) per vigilare sull’inserimento del nuovo arrivato.

Il rituale prevede un ruolo anche per me e mia sorella che, per pura forma e abitudine, facciamo presente a mamma che non può occuparsi di tutti i gatti che passano. Ma è come chiedere a me di non accarezzare un gatto per strada, o di non fermarmi, almeno. In realtà non è proprio un déjà vu, è una coazione a ripetere gli stessi gesti. Di solito si finisce in psicoterapia, per cose del genere. E speriamo che lo psicoterapeuta non faccia pet terapy coi gatti.

Foto | Flickr

    Non dimenticate di scaricare la Blogo App, per essere sempre aggiornati sui nostri contenuti. E’ disponibile su App Store e su Google Play ed è gratuita.

Seguici anche sui canali social