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Orsi polari e cetacei avranno maggiori tutele contro la cattura

Per orsi polari, cetacei e squali ci saranno più tutele internazionali. Speriamo servano realmente a qualcosa

Orsi polari e cetacei avranno maggiori tutele contro la cattura

Una grande novità è emersa dalla conferenza della “Convenzione sulle specie migratorie” (CMS) tenutasi in Equador la scorsa settimana. Secondo il trattato internazionale dell’Unep (United Nations Environment Program) gli orsi polare ed altre trenta specie a rischio d’estinzione godranno di maggiori tutele e protezioni da oltre cento nazioni di tutto il mondo. Masha Vorontsova direttore dell’International Fund for Animal Welfare Russia ha dichiarato:

«Quello che ci dà speranza è che questo annuncio significa che i 120 paesi stanno riconoscendo le minacce che gli orsi polari devono affrontare a causa del restringimento del loro habitat per l’inquinamento e a causa della caccia. Si tratta di un primo passo importante, ma non deve essere l’ultima se vogliamo salvare l’orso polare».

Il CMS ha inserito nell’elenco delle specie da proteggere anche altri animali come ventuno tipi di squali ed altri animali marini. Nel caso degli squali, poi, il CMS ha deciso di vietare la terribile pratica del “finning” che consiste nel tagliare le pinne dell’animale quando quest’ultimo è ancora vivo e ributtarlo in acqua condannandolo praticamente ad una morte sicura. Sarà inoltre vietato catturare cetacei per scopi commerciali o per intrattenimento (pensate ai delfinari o agli altri parchi acquatici). L’ENPA ha prontamente dichiarato:

«Il provvedimento della Cms prevede che i 120 Paesi membri modifichino la loro legislazione interna per vietare le catture in natura e blocchino le importazioni dei cetacei per gli spettacoli nei delfinari. E che anche la Cites e l’Iwc (Commissione Internazionale Baleniera) prendano atto dei contenuti della risoluzione e si impegnino affinché le indicazioni contenute nella stessa siano applicate».

Purtroppo ci sono troppe nazioni che si disinteressano bellamente di queste direttive internazionali. Pensate solo al Giappone che, non potendo cacciare le balene per divieto internazionale, lo fa usando la scusa della “ricerca scientifica”.

Via|Lazampa
Foto|Flickr

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