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Il ddl della Brambilla che vieta di mangiare i conigli

Da 4 mesi a 2 anni di carcere per chi “allevi, esporti, importi, sfrutti economicamente o detenga” a fini di macellazione i conigli: è il nuovo ddl della Brambilla

Il ddl della Brambilla che vieta di mangiare i conigli

La proposta di legge di Michela Vittoria Brambilla sul divieto di mangiare conigli e di utilizzarli per le pellicce va avanti. Stando a quanto riportato dagli organi di stampa, ci sono dettagli più precisi sulla normativa che la Brambilla sta spingendo. Innanzitutto, le punizioni previste per chiunque “allevi, esporti, importi, sfrutti economicamente o detenga, trasporti, ceda o riceva a qualunque titolo conigli al fine della macellazione, o commercializzi le loro carni”: si rischia da quattro mesi a due anni di carcere oltre a una multa da 1.000 a 5mila euro per ciascun animale.

La proposta di legge prevede il controllo demografico sulla popolazione dei conigli domestici, attraverso un microchip da registrare presso un’anagrafe delle singole Aziende Sanitarie Locali. Chi viola la legge, verrà multato con 75 euro, che diventano 50 se si iscrive il coniglio all’anagrafe ma non gli si applica il microchip.

Le norme della Brambilla vanno anche nel senso del benessere dei conigli: le gabbie dovranno essere almeno un metro e 70 centimetri, con nascondiglio, cassetta igienica, tubi per giocare; inoltre l’umano dovrà garantire al coniglio passeggiate e compagnia per almeno tre, quattro ore al giorno. (Ma ricordiamo, al di là della legge, che i conigli non vanno tenuti in gabbia, per alcun motivo).

Queste nuove norme vanno ad aggiungersi a quelle previste dalla legge 189 contro il maltrattamento degli animali e la commercializzazione di pelli di cani, gatti, foche.

(aggiornamento a cura di Roberto Russo)

Via | TGCom

Mai più conigli su cappotti o nei piatti? Arriva la proposta di legge

23 febbraio 2015

Non so quanto successo potrà riscuotere questa proposta di legge firmata dall’On. Maria Vittoria Brambilla, sempre in prima linea nei confronti del benessere degli animali d’affezione, ma è comunque un passo avanti verso un riconoscimento molto importante: lo status di animale d’affezione per i conigli. Vi siete mai domandati come sia possibile coniugare l’amore per un coniglietto vivo e vegeto, tutto saltellante dentro casa, con i conigli che trovate scuoiati nei supermercati o con il loro pelo attaccato ai cappotti? Beh, questa è una delle numerose contraddizioni del nostro Paese (come quella della carne di cavallo o degli inserti di pelo di cane nei cappotti provenienti dalla Cina).

Questa proposta, depositata qualche giorno fa alla Camera dei Deputati, ha lo scopo di innalzare lo “status” dei conigli a quello di cani e gatti vietandone quindi la macellazione a scopo alimentare e l’allevamento per le pellicce. Dopo l’annuncio all’evento “Conigliando & Friends” la stessa Brambilla ha dichiarato:

“Il coniglio è un animale socievole e sensibile, capace di stabilire un forte legame affettivo con gli esseri umani che se ne prendono cura. Come il cavallo, ma per ragioni storiche completamente diverse, il coniglio ha un duplice, ma poco invidiabile, status: da una parte sfruttato come animale da carne e da pelliccia, dall’altra animale d’affezione. Obiettivo della mia proposta è eliminare questa ambiguità, a favore di un animale che ormai, nelle nostre case, “fa concorrenza” al cane e al gatto come compagno di giochi. Del resto si afferma ogni giorno di più una nuova coscienza di amore e rispetto verso gli animali e i loro diritti e, di conseguenza, cresce il numero di persone che sceglie uno stile di vita “Veg” e decide di non mangiarli, senza distinzione di specie. Per fortuna sono sempre di più gli italiani che hanno questa sensibilità”

Come dicevo, non so come questa proposta potrà essere accolta. Un paese così attaccato alle proprie tradizioni culinarie ed inchiodato alla voglia di non cambiare la propria dieta, potrebbe facilmente votare per far decadere questa proposta. Inoltre, come accade ora con gli inserti di cane, i produttori di pellicce potrebbero arginare facilmente il problema andando a produrre all’estero. Ad ogni modo. è sempre un ottimo passo avanti!

Via| Quotidiano Nazionale
Foto|Flickr

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