Perché? Beh, provate voi a spiegare al fiero possessore di un maltese che quella testa tondina e quel pelo così corto vi ricordano tanto un chihuahua. O che quello che hanno in braccio, pagato come chihuahua puro, è in realtà uno splendido incrocio fra un chihuahua e un pittbull. O ancora che quel cucciolo acquistato come pastore tedesco è bellissimo, ma… del pastore tedesco non ha nulla!
O come fare a dire al proprietario che ha appena acquistato un cucciolo che quello che ha pagato così poco è uno dei temutissimi cani che arrivano dall’Est Europa e che probabilmente quella tosse insistente che non passa e che secondo il rivenditore due giorni prima non c’era, potrebbe essere un inizio di cimurro? O ancora che il loro adorato cucciolo di cinque mesi, invece non ne ha neanche due? Per un veterinario cose del genere sono subito evidenti, ma magari per chi è alle prime esperienze di cani non è così facile individuare subito queste discrepanze. Andiamo dunque a vedere qualche consiglio per riconoscere i cani di provenienza dall’Est Europa. Una precisazione: ovviamente parliamo a livello generico, non tutti gli allevamenti e negozi sono così, ci mancherebbe altro, chi ha la coscienza pulita non dovrebbe sentirsi turbato da quanto scritto.
Tipicamente, un cucciolo proveniente dall’Est Europa lo troverete in vendita:
A meno che l’allevatore non sia un vostro caro amico, i costi di un cucciolo di cane proveniente da un allevamento italiano serio sono alti, per dei motivi ben precisi. Prima di tutto ci sono razze che fanno pochi figli a cucciolata o che hanno problemi di parto, quindi ovviamente costano di più. E poi dovete considerare i costi di gestione: abbiamo conosciuto diversi allevatori coscienziosi, che fra controlli di genealogie per evitare consanguineità e quindi ricerca di maschi da riproduzione adatti, iscrizioni di cucciolate all’Enci con relativa modulistica nei tempi previsti, controlli veterinari della fattrice prima dell’accoppiamento, durante la gravidanza, assistenza al parto, cura dei cuccioli, sverminazioni, visite veterinarie, microchip… beh, la qualità si paga, questo è indubbio. È ovvio che se non faccio nulla di tutto ciò, non vaccino le madri e i padri, tengo i cani in condizioni igieniche inumane, ecco che ti faccio pagare un cucciolo di chihuahua anche duecento euro. Un vero affare, peccato che poi di spese veterinarie per tutti i problemi di salute che potrebbe avere ne pagherai altrettanti, rischiando pure la morte del cane in caso di gravi patologie.
Se acquistate un cucciolo proveniente dall’Est è probabile che il venditore vi dia una garanzia di vendita al limite dell’assurdo. Essa se va bene è di massimo una settimana, le più delle volte di sole 24-48 ore: assurdo se si pensa che le malattie infettive hanno un’incubazione anche di 15-20 giorni, ma perfettamente spiegabile se si considera che normalmente questi cuccioli, prima di essere venduti, per far sembrare che siano sani, vengono imbottiti di antibiotici e cortisonici. Finito il loro effetto in 24-48 ore, ecco che si manifestano tutti quei sintomi che un occhio non esperto non vede, peccato che intanto sia finita la garanzia e la risposta media in questi casi è ‘Quando era con me non aveva la tosse o la diarrea, gli hai fatto prendere freddo tu!’.
E che dire dell’altra simpatica abitudine di pretendere di non portare il cucciolo a visita dal proprio veterinario prima dei tre giorni? Ovviamente fatto per evitare che il vostro veterinario vi avvisi di qualcosa di non poco chiaro.
Arriviamo ora al passaporto. Prima di acquistare qualsiasi cucciolo, chiedere sempre se ha il passaporto. Se ce l’ha, basta guardare sulla copertina: c’è scritto se viene dall’Ungheria, dalla Romania o da quale altro paese. Già lì dovrebbe suonarvi un campanellino d’allarme. Poi osservate la data di nascita: di solito vi vendono un cucciolo molto più piccolo dell’età segnata sul passaporto, per un motivo ben preciso. Per viaggiare nella Comunità Europa, serve il passaporto che però viene rilasciato solo 21 giorni dopo l’effettuazione della vaccinazione antirabbica. In linea generale, prima dei tre mesi non si può fare questo vaccino, sullo stesso bugiardino della ditta produttrice si sottolinea come questi vaccini siano registrati solo dai 3 mesi in su. Quindi tre mesi + 21 giorni, quasi quattro mesi per movimentare un cane e fargli passare la frontiera. Tuttavia gli acquirenti vogliono cuccioli più piccoli, quindi come fare? Semplice, dici che il cane è nato due-tre mesi prima, trovi qualcuno di compiacente che metta timbri ed etichette false e fai partire il cane.
Quando un veterinario ti dice che quel cane è più piccolo di quanto segnato sul passaporto, oltre ad adempiere agli obblighi di legge, molto probabilmente ti sta suggerendo in maniera tranquilla che il tuo cane arriva dall’Est. Con tutti i rischi del caso.
Quali sono le conseguenze di comprare un cane proveniente dall’Est Europa? Oltre al fatto di continuare a incoraggiare questo traffico illegale, ecco cosa potrebbe capitare:
Avete capito perché ci teniamo tanto a questo argomento?
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Rogerajohnson – Basykes – Matt Elsberry – Army Medicine – Toronja Azul – Bazzadarambler –