Chi ha un cane di grossa taglia, soprattutto appartenente a determinate razze (per intenderci: non colpisce solo il Pastore tedesco), lo sa già: il cane andrebbe testato per la displasia dell’anca. In realtà anche incroci di cani di grossa taglia possono sviluppare questa patologia, quindi se vedete già nel vostro cucciolone in accrescimento uno dei sintomi che andremo a descrivere fra poco, segnalateli al vostro veterinario che provvederà subito a farvi fare una visita ortopedica.
E’ importante, infatti, effettuare una diagnosi precoce, più che altro per evitare che la malattia prosegua troppo, danneggiando maggiormente l’articolazione. Il concetto è: prima la scopri, prima rallenti la progressione della patologia.
Di base la displasia dell’anca è una malformazione dell’articolazione coxo-femorale dei cani (la testa del femore alloggia nella cavità acetabolare) che si sviluppa e si manifesta durante la fase di accrescimento del cane. Il cucciolo displasico mostra una mancata congruenza fra le testa del femore e la cavità acetabolare: ecco che l’instabilità che da qui nasce fa sì che con i movimenti del cane, i margini articolari si deteriorino in maniera non corretta, la cartilagine articolare degenera di conseguenza, si sviluppa un’artrosi cronica con dolore più o meno intenso. Nei casi gravi si arriva all’impossibilità della stazione per il cane.
Ma da cosa è causata la displasia dell’anca? Si tratta di una patologia multifattoriale, il che significa che affinché un cane sia displasico debbano sommarsi diversi fattori, i più importanti dei quali sono quelli genetici, ambientali e nutrizionali:
Per quanto riguarda i sintomi della displasia dell’anca variano molto a seconda della gravità della patologia. A dire il vero ho visto cani con gradi lievi di displasia manifestare dolore intenso, mentre cani con anche da incubo e artrosi galoppante, manifestare lievi segni di disagio. Nei cani giovani in accrescimento i sintomi della displasia dell’anca sono:
Per quanto riguarda il cane adulto o anziano con displasia dell’anca, ecco che i sintomi sono legati ormai all’artrosi che si è sviluppata nel corso degli anni. Anche qui l’intensità del dolore varia a seconda della gravità della displasia, in alcuni casi si arriva ad avere dolore cronico e incapacità di stare in stazione.
Parlando di diagnosi di displasia dell’anca, se è vero che per avere l’ufficialità sul pedigree bisogna effettuare le radiografia a un anno e un mese compiuto, adesso l’orientamento è quello di fare una diagnosi precoce, anche a 4-6 mesi di vita del cane. Questo perché ci sono alcuni interventi correttivi che possono essere messi in atto solo ad accrescimento non compiuto, se aspettiamo di fare diagnosi a un anno e un giorno ci siamo giocati la possibilità di effettuare questi interventi correttivi precoci, alcuni decisamente più leggeri rispetto a quelli che poi si possono fare in cani adulti. La diagnosi viene fatta da un veterinario ortopedico dopo visita clinica, osservazione dell’andatura e della postura, manipolazioni apposite con animale sveglio e in sedazione e infine tramite le radiografie con cane in sedazione. Qui viene effettuato uno studio radiografico in posizioni standard e vengono effettuate misurazioni che consentono di stabilire il grado di displasia del cane. Per quanto riguarda i gradi di displasia dell’anca sono:
La terapia della displasia dell’anca può essere conservativa o chirurgica. Se il cane ha un grado leggero di displasia e non manifesta alcun segno di dolore o disagio, si può optare per la terapia conservativa che si basa sulla correzione della dieta, sull’uso di integratori per proteggere le articolazioni, su antinfiammatori e anche sulla fisioterapia. Se però il cane manifesta già segni dolori, questa terapia avrà efficacia nel breve termine, ma sul lungo periodo non riuscirà ad alleviare il dolore cronico.
In casi di displasia conclamata con sintomatologia evidente, si opta per la chirurgia e qui ci sono diversi interventi che si possono attuare, dipende anche dall’età del cane. Per esempio la Sinfisiodesi pubica (JPS) si può fare solamente in età giovanile, se aspettiamo il famoso anno o un giorno questo intervento non ha più senso in quanto è una tecnica chirurgica preventiva, che si applica quando il cane non ha ancora manifestato i sintomi. Viene consigliata nei casi di lievi displasia manifesti già da cuccioli per evitare che nel cane adulto la patologia peggiori. Si tratta di un intervento poco invasivo. Altri interventi sono la Triplice Osteotomia Pelvica (TPO) e la Duplice Osteotomia Pelvica (DPO), anche questi di solito riservati a cani che manifestano una certa lassità articolare, ma con non ancora segni di artrosi; l’Ostectomia della testa del femore, dove vengono asportati la testa e il collo del femore per ridurre il dolore, anche se la nuova articolazione che si formerà sarà meno funzionale rispetto a quella normale; la Dartroplastica, in cui viene allungato il tetto acetabolare affinché la testa del femore sia maggiormente accolta; la Protesi d’anca, in cui la testa del femore e la cavità acetabolare vengono sostituiti del tutto dalle protesi. Ovviamente starà al veterinario ortopedico consigliarvi quale sia l’intervento più idoneo in base ai sintomi del cane e allo studio radiografico e poi starà a voi decidere quale opzione scegliere, anche perché c’è da considerare un discorso economico non indifferente.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
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