Hai un gatto in calore e non sai cosa fare? C’è un’unica soluzione per farlo smettere: sterilizzarlo. E questo vale sia per il maschio che per la femmina. Lo so, una volta esistevano delle compresse che sono rimaste nel cuore di molte persone, ma che da tempo i veterinari ormai si rifiutano di prescrivere in quanto causano tumori mammari e piometre nelle gatte. Se prendi un gatto, devi entrare nell’ottica che sarà necessario sterilizzarlo intorno ai sei mesi. Se non vuoi sterilizzarlo, ricordati che se la femmina è libera di entrare e uscire di casa continuerà a rimanere incinta, portandoti a casa gattini almeno due volte all’anno.
Nel caso la femmina non esca e non abbia contatti con maschi interi, ovviamente non potrà accoppiarsi e rimanere incinta. Ma c’è il particolare che la gatta ha un ciclo a ovulazione indotta, il che vuol dire che rimane in calore fino a quando non si accoppia. Preparati a notti insonni di miagolii strazianti.
Nel caso del maschio, se non lo si sterilizza, possibile che adotti un comportamento di marcatura urinaria del territorio che potrebbe mantenere anche dopo la sterilizzazione (specie se tardiva).
L’unico modo per far smettere un gatto in calore è sterilizzarlo. Si parla di castrazione per il maschio (orchiectomia, cioè asportazione dei testicoli) e di ovariectomia/ovaristerectomia nella femmina (rispettivamente asportazione delle sole ovaie o delle ovaie e utero).
Non c’è altro modo per calmare un gatto in calore. Il consiglio è quello di farlo intorno ai sei mesi, al primo calore in pratica o quando il gatto, sia maschio che femmina, lanciano i primi miagolii.
A differenza di quanto accade per il cane, non esiste una forma di sterilizzazione chimica con impianto sottocutaneo che sia registrata nel gatto. In alcuni casi in cui non è possibile sottoporre ad anestesia il gatto per la sterilizzazione (vedi, per esempio, gatti con gravi forme di cardiomiopatia), ecco che si può usare off label lo stesso impianto che si usa nei cani. Ma con l’avvertimento che si tratta di un uso non registrato in Italia e che, inizialmente, provoca nelle femmine un estro prolunga e nei maschi un ritorno in calore. Solo dopo 30-40 giorni i gatti entrano nell’anestro per un periodo variabile anche di due anni in alcuni casi.
Come capire se il gatto maschio è in calore? Da questi sintomi:
Per quanto riguarda la gatta femmina, questi sono i sintomi che indicano che è andata in calore:
Ricordiamo qui che, essendo a ovulazione indotta, la gatta non ha mai perdite ematiche connesse al calore. Se vedi del sangue che esce dalla vulva della micia, non è mai un calore: può essere una cistite, un’emorragia da rodenticidi, una vaginite, un aborto, un’infezione dell’utero, ma non è mai un calore.