Bea non era chiamata con un nome quando si trovava rinchiusa in un laboratorio che la usava per esperimenti in Ungheria, ma aveva un numero di riconoscimento tatuato sull’orecchio, il 278313. Viveva in gabbia, non aveva contatto con altri animali o esseri umani, era solo una cavia e avrebbe vissuto il resto della sua vita così, se non fosse stata liberata dall’associazione Beagle Freedom Project.
Shannon Keith, fondatrice dell’associazione, spiega:
Poi la cagnolina ha cominciato pian piano a stare meglio e oggi vive con Tina Lobel che si prende cura di lei, vivendo insieme a Rufus e Chip, i due cani adottati come lei.
Via | La Stampa
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