Prima di tutto andiamo a vedere che cos’è il malassorbimento. E’ un termine generico che indica diverse affezioni infiammatorie dell’intestino che possiamo riscontrare sia nei cani che nei gatti. Oggi in questo articolo andremo a vedere le cause più comuni e daremo qualche indicazione generale su sintomi, diagnosi e cura. Successivamente andremo ad approfondire ogni singola patologia. Diciamo che le sindromi da malassorbimento possono colpire qualsiasi parte dell’intestino. Andiamo dunque a vedere cause, le forme principali, i sintomi, la diagnosi e la terapia.
Di base non si sa quali siano le cause della comparsa delle forme di malassorbimento, sono ancora sconosciute. Quello che probabilmente succede è che si tratta di una forma esagerata ed eccessiva dell’intestino ad antigeni batterici o a problemi legati alla dieta. Dal punto di vista clinico il guaio è che i sintomi e la presentazione di queste patologie da malassorbimento sono estremamente simili a quelli del linfoma alimentare.
Nel gatto distinguiamo tre sindromi da malassorbimento:
In generale i sintomi delle forme da malassorbimento nel gatto sono rappresentati da:
Come dicevamo, non si conoscono esattamente i meccanismi di sviluppo di queste forme di malassorbimento, ma è certo che forme di diarrea prolungate anche da altre cause (batteri, virus, parassiti intestinali, dieta errata, allergie alimentari, intolleranze alimentari, cibi che non doveva mangiare, gatto che da due mesi va in diarrea, ma nessuno l’ha portato prima dal veterinario) possono poi complicarsi e sviluppare una forma di malassorbimento anche quando la causa primaria in teoria è stata risolta.
Per quanto riguarda la diagnosi, ecco che l’unico modo per avere la certezza di avere un malassorbimento provocato da una delle tre forme di cui abbiamo discusso è fare una biopsia dell’intestino con annesso esame istologico. Dalla visita, dall’anamnesi, dagli esami del sangue si può emettere un sospetto diagnostico, ma avere la certezza di essere di fronte ad una di quelle tre patologie la possiamo avere solamente dopo la biopsia intestinale.
Per quanto riguarda la terapia, nel caso della colite linfoplasmocitaria dei felini si utilizzano le apposite diete ricche di fibra o quelle iperdigeribili, talvolta associate a terapie con tilosina, prednisolone o sulfasalazina nei casi più gravi. La terapia dell’enterite linfoplasmocitaria dei gatti si basa sulla somministrazione di diete ipoallergeniche associata a metronidazolo e cortisonici, solo raramente si arriva all’azatioprina a causa dei suoi notevoli effetti collaterali. Per l’enterite eosinofilica, invece si basa anche essa sulle diete ipoallergeniche e sulla somministrazione di cortisonici. Ovviamente le diete ipoallergeniche devono essere il più precise possibili: inutile lamentarsi col veterinario che il gatto soffre di malassorbimento quando poi scopri che mangia di tutto e anche di più.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto | Alexprevot