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Morto uno dei Beagle di Green Hill

Non ce l'ha fatta uno dei cuccioli di Green Hill: è morto stamattina in una clinica veterinaria di Brescia.

Morto uno dei Beagle di Green Hill

Morto uno dei cuccioli di Beagle di Green Hill. La triste notizia ci arriva da un comunicato congiunto diramato dalla LAV, Lega Antivivisezione, e da Legambiente, due delle associazioni ambientaliste che si sono attivate per seguire e accelerare le procedure di affidamento ed il destino dei cuccioli, dopo il sequestro dell’allevamento di Montichiari, a Brescia.

Nello specifico, la LAV e Legambiente sono state nominate custodi giudiziari dei Beagle di Green Hill e si stanno occupando di eseguire la disposizione della Procura della Repubblica di Brescia relativa all’affido dei cani sequestrati. Le due associazioni denunciano che uno dei cuccioli è morto in una clinica veterinaria di Brescia ed un altro cane versa in gravi condizioni e potrebbe non farcela.

LAV e Legambiente hanno già chiesto alla Procura di avviare i dovuti accertamenti per verificare le cause della morte del cucciolo. I due cuccioli erano stati esaminati dai veterinari del presidio SOS Green Hill allestito a Montichiari nei giorni scorsi. Ieri sera la decisione di trasportarli, con l’ambulanza veterinaria, in una clinica della città, appurate le condizioni di salute gravissime.

Questa mattina è giunta la triste notizia: uno dei due cuccioli purtroppo non ce l’ha fatta. Restano ricoverati gli altri due beagle, attualmente in condizioni stabili, trasportati in un’altra clinica veterinaria. Intanto le stesse associazioni denunciano il rallentamento degli affidi ad opera dell’Asl veterinaria:

Il veterinario Asl Enrico Stretti, dirigente del Distretto di Montichiari, stamane, dopo ben tre giorni di affidamenti dei cani ha ritenuto di presentarsi senza alcun atto scritto comunicando ai custodi giudiziari di dover eseguire la microchippatura dei cani usciti dall’allevamento presso la piazza dove sono in corso anche oggi le operazioni di affidamento e chiedendo informazioni ben note ai suoi uffici. Tanto non era dovuta né prevista questa fase (i cani hanno comunque un tatuaggio di riconoscimento e hanno un atto formale dei custodi giudiziari) che le attività delle associazioni sono poi potute iniziare anche se con ritardo.

Via | Comunicato Stampa
Foto | LAV

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