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Tigre muore schiacciata da una ruspa dopo essere stata sedata per la cattura

Una brutta storia arriva dall'India: la cattura di una tigre si trasforma in una tragedia per il grosso felino, morto per essere stato schiacciato da una ruspa.

Tigre muore schiacciata da una ruspa dopo essere stata sedata per la cattura

Questa brutta storia arriva dall’India. Una tigre del Bengala a marzo è morta schiacciata da una ruspa dopo essere stata sedata durante le manovre di cattura. Tutto è accaduto nel Parco Nazionale di Jim Corbett. Qualche giorno prima dell’accaduto, la tigre aveva attaccato e ucciso due operai di una cava della zona che erano accidentalmente entrati nel suo territorio. Le guardie del parco, allora, hanno deciso di sedarla per poterla catturare. Ma dopo aver fatto la prima dose di sedativo, le guardie stabiliscono che non sia abbastanza per riuscire a catturarla prima che fugga e decidono così di usare una ruspa per cercare di bloccarla per terra mentre tentano di prenderla.

Tuttavia il tentativo non solo si rivela fallimentare, ma finisce con l’uccidere anche la tigre: gli operai dosano male la forza della ruspa e schiacciano la gabbia toracica della tigre che, nel frattempo, anche se intontita dall’anestesia, continuava a dibattersi per tentare di fuggire. Il finale è prevedibile: la tigre è morta alcune ore dopo. Un dipendente del parco, rimasto volutamente anonimo, avrebbe così dichiarato: “L’animale potrebbe essere morto di overdose. Le guardie hanno tentato di dargli una dose doppia di sedativo perché ancora si reggeva in piedi. Inoltre la tigre aveva anche delle ferite sulla colonna vertebrale, causate probabilmente dalla ruspa. E’ difficile dire se sia morta di overdose, per le ferite o per entrambe”. A peggiorare le cose c’è anche il fatto che tutta la vicenda è avvenuta sotto gli occhi di 200 persone che, nel frattempo, hanno filmato e fotografato la scena, senza che nessuno sia intervenuto per fermare lo scempio.

Questa storia potrebbe ricordare a molti quella dell’orso polare morto per fame e filmato dal fotografo Paul Nicklen, ma le somiglianze sono solo superficiali. Paul Nicklen ha incontrato per caso un orso negli ultimi istanti della sua vita e, lavorando per il National Geographic, lo ha filmato per fornire una testimonianza di ciò che l’incuria dell’uomo può causare alla natura e agli animali e per sensibilizzare l’opinione pubblica. L’orso è morto subito dopo, quindi comunque sia non avrebbe potuto fare nulla. In questo caso, invece, i testimoni hanno filmato e fotografato la cattura della tigre per morbosa curiosità, è lo stesso istinto che spinge alcune persone a farsi i selfie sorridenti davanti ai forni crematori di Auschwitz o mentre prendono un souvenir dal luogo di un disastro aereo. Spero che sia ben chiara la differenza.

Tornando alla tigre, adesso è stata aperta un’inchiesta: bisognerà capire perché non sia stata seguita la procedura standard prevista per la cattura delle tigri potenzialmente pericolose e perché si sia deciso di usare una ruspa.

Vi metto qui il video della vicenda, le immagini sono molto crude, vi avverto in anticipo:

Via | Holidogtimes

Foto | mathiasappel

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