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Malattie immunomediate: come funziona il Test di Coombs?

Quando si parla di malattie immunomediate si sente sempre parlare di Test di Coombs, ma come funziona?

Malattie immunomediate: come funziona il Test di Coombs?

La diagnosi delle malattie immunomediate in cani e gatti non è sempre così facile. Questo non solo per una questione riguardante i sintomi, ma anche per la diagnosi vera e propria. Il problema è che per la maggior parte delle malattie immunomediate non esiste un test specifico che ti dica che il cane è affetto da quella malattia. La diagnosi in questi casi viene effettuata tramite anamnesi, visita e positività ai diversi esami che si fanno in questi casi. In particolare oggi parleremo del Test di Coombs.

Come funziona il Test di Coombs?

Prima di tutto il Test di Coombs è un esame che cerca determinate IgG (anticorpi) sulla superficie delle cellule malate: si parla di Test di Coombs diretto. Questo esame non viene fatto in tutti i laboratori veterinari, bisogna dunque trovare un laboratorio che lo faccia (non è propriamente un esame di routine) e bisogna sempre specificare la specie in quanto è un test specie-specifico. Inoltre non può essere eseguito in laboratori di umana a causa della mancanza di reazioni crociate che possono provocare dei falsi negativi.

Senza scendere troppo nello specifico, il Test di Coombs usa un anticorpo diretto contro IgG, IgM e complemento. E’ un test abbastanza sensibile e specifico. Pensiamo a un cane o gatto che soffre di anemia emolitica immunomediata: i globuli rossi del paziente sono ricoperti soprattutto da IgG e complemento. L’anticorpo del Test di Coombs è in grado di legarsi a queste IgG, IgM e complemento presenti sulla membrana dei globuli rossi, provocando così il fenomeno dell’emoagglutinazione.

Quando è positivo?

Bisogna precisare che se ci sono poche IgG sulla superficie delle cellule, ecco che si possono avere dei falsi negativi (in realtà a volte succede anche quando ce ne sono troppe: praticamente le molecole anticorpali si legano le une alle altre provocano una pellicola che satura i siti di legame con il reagente del Test di Coombs). Anche la somministrazione di cortisonici può provocare dei falsi negativi.

In generale il test è considerato positivo se il titolo è uguale o superiore a 1:32. Attenzione però: il test indica che ci sono anticorpi sulla superficie della cellula, ma non ci dice se c’è in corso una patologia immunomediata o quale patologia eventualmente sia. Quindi molto dipende dai sintomi. Questo vuol anche dire che in caso di malattie immunomediate possono essere necessari più esami per risalire al tipo di patologia. Pensiamo per esempio al Lupus eritematoso sistemico nel cane, malattia autoimmune del naso del cane fra le più frequenti: ce ne sono di diversi tipi e forme e il Test di Coombs non ti dice quale forma sia presente.

Si è anche visto che nei cani con anemia emolitica immunomediata, il titolo non è correlato alla gravità dell’emolisi o con la risposta alla terapia.

Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | iStock

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