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Gattori famosi: perchè i gatti non ottengono ruoli da protagonista al cinema

Quanti film non d’animazione conoscete con gatti-attori? Il persiano semovente di Blofeld nei film di 007 e lo Sfigatto di Ti presento i miei non valgono. Eppure, i gatti mi hanno donato momenti di altissima recitazione: avevo un gatto che, in presenza di possibili conquiste, camminava come Marlon Brando , per adagiarsi poi come Il […]

Gattori famosi: perchè i gatti non ottengono ruoli da protagonista al cinema

Quanti film non d’animazione conoscete con gatti-attori? Il persiano semovente di Blofeld nei film di 007 e lo Sfigatto di Ti presento i miei non valgono. Eppure, i gatti mi hanno donato momenti di altissima recitazione: avevo un gatto che, in presenza di possibili conquiste, camminava come Marlon Brando , per adagiarsi poi come Il Selvaggio sulla sella di un’immaginaria moto, zampe posteriori sul manubrio e orecchio destro che sembrava lì per caso, come la coppola di Brando nel film. Un’altra gattina, autrice di misfatti seriali ai danni di tende e vasi di cristallo, simulava mancamenti al minimo accenno di rimprovero: svenuta, controllava con un occhio semi aperto che (ovviamente) ci fossi cascata .

Ma al gatto interessano solo performances casalinghe, e fa solo ciò che è funzionale ai propri bisogni: impara dov’è la lettiera perché conviene a lui, impara l’esatta posizione della spazzola per poter indicarcela quando gli va di essere spazzolato. A volte ci illudiamo di avergli insegnato a non salire sui divani. Ma allora perché, quando torniamo a casa, sono pieni di peli? Insomma, per dirla con Beverly Nichols:

non mi sentirei a mio agio con un gatto che camminasse in giro per casa con un’aria da santarellino“.

L’illusione di poter controllare il gatto crolla in presenza di ospiti: siete lì, per mostrare orgogliosi i salti incredibili che fa Fufi e lui, traditore che fino a un’ora prima sembrava un atleta dopato, vi guarda e con aria di sufficienza e se ne va, lasciandovi, patetici, col bastoncino piumato a mezz’aria.

Secondo l’etologo Giorgio Celli, definito una volta “il papa di tutti i gattolici”, il gatto è un animale che resta tutta la vita legato alla madre, di cui il padrone è una proiezione. Il rapporto quindi non è di subordinazione come tra cane e padrone-capo; le fusa e quel gesto tipico di “impastare”, altro non sono che il gesto compiuto per far uscire il latte dalle mammelle della madre. Ci fa le fusa per affetto, quindi, ma in netta correlazione con l’atto del procurarsi il cibo. In fondo, i genitori ci nutrono e noi, in cambio, siamo obbedienti… finchè a portata di vista.

Su moltissimi siti si trovano consigli su come dare una parvenza di civiltà al cucciolo appena entrato in casa. Ma, a dirla tutta, tra i decaloghi per l’addestramento dei gatti trovati sul web, il più onesto sembra quello dell’ I.D.A.G. , che recita:

risponderanno al vostro richiamo “solo se quello che avete in mente voi corrisponde a quello che hanno in mente loro”, e “il gatto imparerà presto, ma non appena gireremo l’occhio farà quello che gli pare”.

Riguardo al divieto di farli dormire sul nostro letto, dopo vari consigli, il finale è scontato e tremendo:

“Quasi tutti i gatti, alla fine, dormono dove vogliono”.

Amen.

Foto | The Pet Blog

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