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Peste: i gatti possono trasmettere Yersinia pestis?

Anche i gatti in casi rari ed eccezionali possono diventare portatori di Yersinia pestis, bacillo responsabile della peste bubbonica e polmonare. Ma non in Italia.

Peste: i gatti possono trasmettere Yersinia pestis?

Prima di cominciare ad entrare nel merito dell’articolo: in Italia e in Europa la peste non c’è, quindi potete stare più che tranquilli. Lo sanno tutti che i roditori selvatici sono il serbatoio naturale del bacillo Gram negativo Yersinia pestis. Tuttavia negli Stati Uniti, in aree dove la malattia è presente, sono stati segnalati alcuni rari casi di trasmissione non tramite topo o ratto, bensì tramite gatto. Ribadisco di nuovo che si tratta di casi eccezionali, però vale la pena di parlarne. Anche solo per evitare di leggere la notizia da qualche altra parte e rimanerne terrorizzati a morte.

I gatti e la peste

Dunque, la peste è una malattia provocata dal bacillo gram negativo Yersinia pestis. Normalmente serbatoio dell’infezione sono i roditori selvatici, ma talvolta nel ciclo possono entrarci anche conigli, lepri, carnivori selvatici e il gatto domestico. Anzi, la causa di tutto sono le pulci che parassitano questi animali: normalmente nei roditori il tasso di mortalità da peste è bassissimo, in quanto fungono da serbatoio per le pulci. Il bacillo riesce a rimanere vitale per settimane nell’acqua o nei pastoni umidi, tuttavia viene ucciso dopo alcune ore di esposizione al sole.

La peste è una zoonosi che di base interessa i roditori e le pulci che li parassitano. Sono infatti le pulci che trasmettono l’infezione dagli animali serbatoio all’uomo e agli altri animali: in questo caso le pulci diventano vettori. Tuttavia vale la pena di ricordare che la peste polmonare può trasmettersi per via diretta aerea tramite aerosol. Per quanto riguarda i gatti, in alcune zone degli Stati Uniti sembra che l’infezione all’uomo possa essere stata trasmessa attraverso morsi o graffi (qualcuno ha ipotizzato anche tramite aerosol da parte di gatti malati della forma polmonare). Occhio che altre possibili forme di infezioni sono la manipolazione di fluidi o pelli di animali malati. Però in Italia e in Europa la peste non c’è, quindi se il vostro adorato micio o un randagio vi morde o vi graffia, massimo massimo vi viene una bella infezione batterica da morso o, se proprio siete sfortunati, la malattia da graffio del gatto.

Interessante notare come comunque sia nella peste che nella malattia da graffio del gatto sia importante la presenza delle pulci: vi serviva un altro buon motivo per convincervi a mettere questo benedetto antipulci al gatto? Non vi importa nulla che lui possa prendersi l’emobartonellosi o sviluppare una dermatite allergica da pulci? Beh, non prenderete la peste visto che da noi non c’è il bacillo, ma di sicuro siete a rischio per la malattia da graffio del gatto.

La peste nell’uomo

Per quanto riguarda la peste nell’uomo, il periodo di incubazione varia da 1 a 7 giorni. Le pulci possono rimanere infettanti per mesi e distinguiamo tre forme di peste: quella bubbonica, la quale di solito non si trasmette direttamente da uomo a uomo a meno che non siate venuti a contatto con i bubboni in suppurazione. Poi c’è la peste polmonare, più contagiosa perché trasmissibile anche per contatto diretto con saliva o muco e che può essere l’evoluzione della bubbonica non trattata. C’è poi la forma setticemica, la quale può derivare da entrambe le precedenti (ma manca dei bubboni).

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Golf_Pictures

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