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Regno Unito, microchip gatto obbligatorio: che effetto avrebbe?

Pare che il governo del Regno Unito stia cercando pareri e informazioni sull'impatto che avrebbe la microchippatura obbligatoria dei gatti.

Regno Unito, microchip gatto obbligatorio: che effetto avrebbe?

Nel Regno Unito il governo sta cercando di capire che effetto avrebbe il microchip gatto obbligatorio. In particolare è Theresa Villiers, segretaria all’ambiente, a lanciare la proposta, tentando di scoprire quale sarebbe l’effetto del microchip obbligatorio per i gatti su proprietari, gatti stessi, associazioni e anche centri di recupero. Per fare ciò, il governo ha richiesto pareri, informazioni, testimonianza e prove: tale sondaggio durerà 12 settimane, al termine del quale il governo cercherà di avere un quadro più chiaro della situazione.

Microchip gatto obbligatorio: benefici

Theresa Villiers ha spiegato la sua proposta sottolineando tre aspetti diversi:

  • la richiesta di testimonianze sulla microchippatura dei gatti aiuterà il governo a capire come si possano proteggere meglio gatti e gattini, visto che sono una specie molto amata in Gran Bretagna
  • il governo si impegna a tutelare il benessere degli animali e a migliorare la vita degli animali da compagnia
  • l’annuncio fatto si basa su una serie di misure che sono state messe in atto per migliorare gli standard di benessere del paese, fra cui il divieto della vendita di cuccioli e gattini da parte di terzi e l’impegno per cercare di aumentare la pena massima per quanto riguarda la crudeltà verso gli animali da sei mesi a cinque anni

Chi ha un cane, conosce bene il microchip: in pratica consiste nell’inserire un microchip inerte tramite iniezione sottocutanea. Ogni microchip ha un numero seriale univoco che può essere letto tramite un apposito scanner, il lettore del microchip. Quando ad un animale viene inserito il microchip, ecco che viene compilato l’apposito documento che registra quell’animale a nome del proprietario. In questo modo se l’animale si perde e viene ritrovato, può essere identificato e riconsegnato più facilmente al proprietario.

Esattamente come in Italia, anche nel Regno Unito il microchip è obbligatorio per legge solo per i cani, non per i gatti (a meno che non siano gatti che devono viaggiare all’estero. Al momento, James Yeates di Cats Protection ha fatto sapere che l’associazione è favorevole a tale proposta. E testimonia un fatto che qualsiasi associazione gattofila o gattile italiano può confermare: ogni anno vengono accolti migliaia di gatti che non sono stati microchippati. E molti di questi hanno magari un proprietario che chissà dove li sta cercando, solo che non essendo microchippati, difficilmente riusciranno a tornare a casa.

Mettere il microchip anche ai gatti è una sicurezza in più: permette di dare al gatto smarrito maggiori probabilità di essere riportato a casa.

Come mettere il microchip al gatto?

Se volete applicare il microchip al gatto per stare più tranquilli, dovete semplicemente recarvi da un veterinario che abbia l’autorizzazione all’applicazione dei microchip. Il costo dell’applicazione non è esoso, in media è quello di una visita, a volte un po’ meno.

Una volta applicato il microchip al gatto, il veterinario provvederà a compilare l’apposita documentazione a nome del proprietario e a caricare i suddetti dati nell’Anagrafe Felina (privata) e nell’Anagrafe Canina (ci potrebbero essere delle piccole variazioni in tale procedura a seconda della regione di appartenenza). L’importante è che il proprietario del gatto risponda a determinati requisiti:

  • deve essere maggiorenne
  • deve risiedere nella medesima regione del veterinario che applicherà il microchip (nel senso che il veterinario può applicare il microchip solamente ad animali appartenenti a persone residenti nella sua regione, non può applicare microchip a animali di persone che risiedono fuori regione)

Via | Gov.uk

Foto | Pixabay

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