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Enzo Jannacci, addio al cantante de Il cane con i capelli

Avrebbe compiuto 78 anni tra un paio di mesi. Uno dei suoi primi 45 giri aveva per titolo Il cane con i capelli e raccontava di un cane alquanto vanesio per via dei suoi capelli belli, che però erano finti.

Enzo Jannacci, addio al cantante de Il cane con i capelli

Enzo Jannacci è morto. Le sue canzoni sono diventate parte della nostra storia, della nostra cultura e del nostro modo di parlare. È sufficiente dire Vengo anch’io… che il “no, tu no” scatta immediato! Di Enzo Jannacci disse Rino Gaetano, altro grande cantautore italiano:

Jannacci è stato un maestro, per me è un vero poeta, mi sento molto vicino al suo feeling. Come autore e personaggio di autore e personaggio di spettacolo è davvero grande. È uno che sa divertirsi, prendere le cose per il verso giusto e dire delle cose interessantissime.

Il 1 dicembre 1961 Enzo Jannacci pubblica con la Ricordi il 45 giri Il cane con i capelli / Gheru gheru. Il disco è accompagnato da una operazione di marketing notevole per quei tempi: al 45 giri, infatti, era abbinato un cagnolino di peluche con tanto di capelli. Nanni Ricordi in un secondo tempo disse che costava più il cane che il peluche allegato!

Il cane con i capelli è una canzone amara che mette alla berlina quanti credono di essere chissà chi per via di qualche abile operazione di rifacimento: il protagonista della storia si era rifatto i capelli (certo che a sentirla oggi questa canzone fa venire i brividi per la sua attualità).

Il cane con i capelli, quando andava per la strada si molleggiava:
se passava davanti a una vetrina, si rimirava, si pettinava i suoi capelli
che erano finti e belli, disperazione dei suoi fratelli:
“Non s’è mai visto, non s’è mai visto un cane con i capelli”.

Voleva sembrare un altro e si illudeva d’essere diverso
perché per strada la gente lo guardava, lo accarezzava, gli accarezzava i suoi capelli
che erano finti e belli, disperazione dei suoi fratelli:
“Non s’è mai visto, non s’è mai visto un cane con i capelli”.
“Non s’è mai visto, no!, non s’è mai visto un cane con i capelli”.

Un giorno, ormai convinto d’essere diverso, il cane coi capelli
entrò bel bello in una tabaccheria: “Tre sigarette, mi dia tre sigarette”.
Nessuno rispondeva, no, non gli davan retta, anche se aveva dei bei capelli:
non si dà retta, non si è mai visto un cane con i capelli.

Nelle sue canzoni sono presenti anche i gatti (“Una volta ho visto un gatto, che piangeva come un matto / sotto al tuo portone, forse aveva perso il padrone”, dice ne La luna è una lampadina, scritta da Dario Fo), gatti speciali come quelli “isolani / che non conoscono tutti gli odori marci del continente” (Come gli aeroplani) o il gatto sulle strisce della canzone Rido.

Buon viaggio, Enzo!

Foto | Soundsblog

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