Petsblog Green Hill Vivisezione, interrogazione parlamentare chiede di far luce sui controlli a Green Hill

Vivisezione, interrogazione parlamentare chiede di far luce sui controlli a Green Hill

Due anni fa un controllo di Asl e Regione a Green Hill non riscontrò irregolarità. Due interrogazioni parlamentari chiedono chiarezza sulla vicenda.

Vivisezione, interrogazione parlamentare chiede di far luce sui controlli a Green Hill

Nonostante la vicenda si sia conclusa con un lieto fine, torniamo a parlare dello scandalo Green Hill e dei poveri beagle maltrattati nel laboratorio di Montichiari. Il caso Green Hill ritorna sotto i riflettori in seguito alla rivelazione, da parte del Ministro della Salute Renato Balduzzi, di un controllo, effettuato nel 2010 dal Ministero, proprio nell’allevamento sotto accusa. Ma all’epoca non furono riscontrate violazioni di legge.

Non vennero riscontrate irregolarità tali da far supporre una cattiva gestione o situazioni riconducibili a maltrattamenti di animali

spiega il Ministro, ma c’è qualcosa che non torna. Le parlamentari Silvana Amati (Pd) e Michela Vittoria Brambilla (Pdl) hanno voluto vederci chiaro, ed hanno scoperto che il controllo non fu eseguito in maniera regolare. In particolare ad essere contestato è che l’ispezione a Green Hill fu effettuata dai servizi veterinari della Asl e della Regione Lombardia, escludendo invece gli ispettori del Ministero specializzati nella protezione degli animali d’affezione.

All’epoca non furono riscontrate le violazioni di legge come la mancanza dei microchip identificativi sui beagle, e nemmeno i maltrattamenti, nonostante fossero evidenti alcuni segnali preoccupanti che erano stati denunciati dai giornalisti e dagli animalisti riusciti ad entrare nella struttura quali: comportanti ossessivi dei cani, atteggiamenti di apatia o deprivazioni sensoriali.

Per tutti questi motivi le due parlamentari hanno presentato due interrogazioni, l’On. Amati al Senato e l’On. Brambilla alla Camera, per fare chiarezza sulle modalità con cui due anni fa furono effettuati i controlli. Ricordiamo infatti che, in seguito ad un’ordinanza del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Brescia, appena la struttura fu sequestrata risultò evidente che i cani erano tenuti in uno stato disumano, certamente illegale. Talmente evidente da non risultare credibile che appena qualche mese prima un team di esperti non se ne fosse accorto.

Foto | Legambiente

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