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Nasce il registro nazionale delle persone che rifiutano i farmaci testati su animali

In tanti manifestano contro la vivisezione ma quanti ricorrono a farmaci testati su animali al primo raffreddore?

Nasce il registro nazionale delle persone che rifiutano i farmaci testati su animali


Prosegue la battaglia contro la vivisezione delle associazioni animaliste italiane, supportate dai sondaggi che vedono l’86% degli italiani contrario alla sperimentazione animale. Nasce da una provocazione dell’AIDAA, l’associazione italiana in difesa degli animali e dell’ambiente, il registro nazionale delle persone che rifiutano i farmaci testati su animali.

Chi assume un farmaco, spiega il presidente dell’AIDAA, Lorenzo Croce, deve sapere se è stato testato sugli animali e nello specifico quali torture hanno subito gli animali durante la sperimentazione. Spiega Croce che il registro si baserà su alcuni principi fondamentali:

il diritto alla salute e di essere curati nel migliore modo possibile; il diritto di rifiutare farmaci o terapie testate su animali; il diritto di chiedere che i farmaci siano sottoposti a forme alternative di sperimentazione salvando la vita a milioni di animali in tutto il mondo; il diritto di chiedere che le sperimentazioni senza animali siano finanziate con il denaro pubblico e che l’Italia abolisca la vivisezione in tutte le sue forme.

Croce spiega che se in piazza a manifestare contro la vivisezione sono in tanti, politici inclusi, poi al primo raffreddore (testuali parole) si ricorre a farmaci testati sugli animali. Un’incoerenza alla quale bisogna porre fine, mettendo nero su bianco la propria decisione e scegliendo farmaci non testati sugli animali.

Croce definisce questi prodotti frutto di forme ancestrali di sperimentazioni e torture. Oggi infatti si può essere curati con farmaci non testati sugli animali. Un diritto-dovere di ogni amante degli animali.

Via | AIDAA
Foto | Flickr

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