Petsblog Lo strano caso del topo di campagna che sviene dopo aver mangiato foglie di cannabis

Lo strano caso del topo di campagna che sviene dopo aver mangiato foglie di cannabis

Un topolino di campagna sviene per aver mangiato delle foglie di cannabis: ecco come è stato salvato.

Lo strano caso del topo di campagna che sviene dopo aver mangiato foglie di cannabis

Non si può che provare simpatia per il simpatico topolino di campagna che nei giorni scorsi ha conquistato il mondo del web a causa della sua strana disavventura. Ci troviamo in Canada, e più esattamente nel New Brunswick.

È qui che si è svolta la strana storia che vogliamo raccontarvi. Il topo protagonista di questa vicenda si è imbattuto per caso in un bel campo di cannabis, pianta coltivata in modo del tutto legale da una persona che risponde al nome di Colin Sullivan.

Colin ha raccontato di aver notato che il topolino aveva iniziato a rosicchiare le foglie di cannabis. Per due giorni il roditore ha mangiato indisturbato, ma a quanto pare gli effetti non sono stati esattamente piacevoli. Il proprietario del terreno ha infatti notato che il topino era svenuto a causa della sua abbuffata, ed ha quindi deciso di intervenire, cercando di aiutarlo a disintossicarsi.

Dopo aver messo l’animale in una scatola, lo ha lasciato dormire beatamente. Al suo risveglio, lo ha aiutato iniziando un vero e proprio percorso di disintossicazione fai da te. L’uomo ha quindi dato una foglia di cannabis al giorno al suo piccolo ospite, finché – pian piano – dopo una settimana l’animale non ha cominciato a sentirsi meglio. Gli effetti della dipendenza erano man mano spariti. A quel punto, per il topino era giunto il momento di tornare a casa, nella sua campagna.

Forse sono stato io ad aprire la tua gabbia, ma sei stato tu a liberarti. E’ stata lunga amico mio, finché non ci rivedremo,

ha scritto Colin sui social dopo aver liberato il suo nuovo piccolo amico. Che dire? Speriamo che il piccoletto abbia imparato la lezione e che da ora in poi si tenga alla larga da questa pianta!

via | La Stampa

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