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Gattari da legare: La ciotola mezzo vuota

A che punto del pranzo, se la pietanza vi è piaciuta, ne chiedete una seconda razione?

Gattari da legare: La ciotola mezzo vuota

Dopo aver finito la prima, in teoria. Di solito funziona così: la pasta al forno vi è piaciuta, pulite il piatto e vi servite una seconda porzione. Alcuni gatti sono previdenti, e forse si sentono un po’ scoiattoli che devono fare provviste prima dell’inverno. A metà ciotola ti guardano e iniziano a miagolare disperati: ma perché, ne hai ancora mezza ciotola! E allora cominciate ad agitare la ciotolina per mostrare al piccolo San Tommaso che ci sono ancora croccantini, che non morirà di fame. Niente. Vi arrenderete, ne verserete un’altra manciata. E lui le darà una rapida occhiata indifferente per poi girarsi e andare via. Che cosa irritante!

In realtà, anche mia figlia fa così: le do un pezzetto di pane e lei ne reclama subito un altro che, probabilmente, non mangerà. Ma deve fare scorte, riempirsi le manine di cibo. Così, per sicurezza. Ma quali traumi hanno subito, figlia e gatti? Quali terribili privazioni avranno mai provato? Sembra che si sentano tutti piccole Rossella O’Hara, che giura a se stessa di non patire mai più la fame. Ma io non ricordo guerre civili in Italia, negli ultimi anni. Niente incendi di Atlanta né tenute di famiglia in rovina.

È ingordigia? No, perché non finiscono il cibo. Una mania di accumulo? Nemmeno, perché se mi inginocchiassi per finire i croccantini lasciati nella ciotola ai mici non importerebbe (credo, non ci ho mai provato). Ma allora cos’è? Semplice: ogni possibilità deve essere loro offerta. È la stessa storia delle porte: se avete un gatto, sapete benissimo che le porte devono stare aperte: il gatto, davanti a una porta chiusa, vi romperà le scatole finché non capitolerete, aprendola. Una volta aperta, il gatto si girerà e se ne andrà, proprio come davanti alla ciotola riempita. Ogni possibile scelta deve essere libera, ogni opportunità deve poter essere colta. Se prendessimo esempio dai gatti, non avremmo bisogno del Ministero delle pari opportunità: ci prenderemmo ogni diritto senza troppe storie.

Foto | Flickr

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