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Randagismo in Italia: in aumento i cani nei canili rifugio

La LAV svela i dati sul randagismo in Italia, che registrano un aumento dei cani ospitati nei rifugi rispetto al 2016.

Randagismo in Italia: in aumento i cani nei canili rifugio

Il fenomeno randagismo in Italia non sembra arrestarsi. La nuova indagine LAV del 2018, sui dai del 2017, ci parla di 114.866 cani detenuti nei canili rifugio, con un aumento del 9.26% al 2016. Il Mezzogiorno è una delle zone più critiche, con il 72% (82.342) dei cani randagi presenti nelle strutture del sud Italia. 91.021 i cani entrati nei canili sanitari e solo il 38% dei cani è stato restituito al detentore (nel sud è il 6%, nel centro Italia del 39, al Nord del 69%).

Questo è dovuto anche al fatto che nel Mezzogiorno si è meno propensi a registrare all’anagrafe gli animali da affezione, quindi è difficile ritrovare la famiglia originaria dei cani che entrano nel canile. Per quello che riguarda l’identificazione e la registrazione in anagrafe dal 2017 al 2018 abbiamo avuto un aumento del 12,3%, pari a 1.159.409 cani in più. Lombardia (1.470.789), Veneto (1.213.005), Emilia- Romagna (1.113.829), Piemonte (889.639) e Lazio (850.267) sono le regioni con un numero maggiore di cani registrati all’anagrafe. Le regioni che hanno registrato il maggiore aumento sono quelle del centro e del sud.

Per quello che riguarda le strutture, in Italia ci sono 434 canili sanitari e 766 rifugi (114 canili assolvono entrambe le funzioni) per un totale di 1.200 canili. Il 44% si trova nel Mezzogiorno, il 37% al Nord e il 19% al Centro. Per quello che riguarda i gattili, invece, sono praticamente inesistenti al sud e nelle isole, mentre nel centro Nord sono 94.

I dati registrano anche un calo delle adozioni nel 2017: -3.704 cani rispetto al 2016. Il fenomeno riguarda tutte le regioni, a esclusione di Lazio, Emilia-Romagna, Molise e Valle d’Aosta.

L’associazione lancia un appello al Ministro della Salute, Giulia Grillo, per mettere a punto un piano nazionale di prevenzione del randagismo, da articolare in questi punti:

  • raccogliere dati completi e certi da parte di tutte le Regioni;
  • realizzare un’Anagrafe nazionale canina e felina;
  • incentivare l’iscrizione dei cani in anagrafe degli animali d’affezione e rendere obbligatoria l’identificazione dei gatti tramite microchip;
  • applicare le norme esistenti, spesso disattese o solo in parte applicate;
  • promuovere le sterilizzazioni;
  • assicurare la presenza delle associazioni di volontariato nei canili per facilitare le adozioni;
  • predisporre incentivi per chi adotta, sotto forma di detrazioni, riduzione IVA, buoni e rimborsi;
  • adottare il modello di parco-canile;
  • promuovere l’accoglienza degli animali nelle strutture turistiche e nei luoghi pubblici;
  • contrastare il traffico di cuccioli e il commercio ambulante, nei negozi e on-line.

Foto iStock

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