Con il termine gastroenterite virale nel cane si intende la Parvovirosi. Della causa, dei sintomi, della diagnosi avevamo già parlato in un articolo dedicato interamente alla Parvovirosi, ora dopo aver parlato brevemente della patologia, riassumendo i punti salienti e le cause della malattia, andremo a parlare della cura.
Ultimamente si sentono sempre più casi di cani malati di Parvovirosi o di Cimurro. In parte è imputabile all’arrivo di cani malati o portatori dall’Est Europa, che finiscono per causare nuove epidemie anche qui da noi. In parte è dovuta alla presenza di nuovi ceppi verso i quali i normali vaccini registrati in Italia non sono del tutto efficaci.
La gastroenterite virale del cane, nota anche come gastroenterite emorragica è in realtà il nome comune e generico della Parvovirosi canina. A dire il vero esistono diversi virus che possono essere responsabili di una forma generica di gastroenterite (che di fatto vuol semplicemente dire infiammazione dello stomaco e dell’intestino), ma normalmente quando si parla di Gastroenterite Virale, si intende proprio l’infezione da Parvovirus.
La malattia è provocata da un DNA-virus appartenente alla famiglia Parvoviridae, il CPV-2, distinto in CPV-2a e CPV-2b. Si tratta di un virus che colpisce solo i cani, ma sperimentalmente è stato ritrovato anche volpe, lupo, procione coyote e dingo. E possiamo dire che è un cugino stretto del virus della Panleucopenia virale felina, del virus della quinta malattia dell’uomo e del virus dell’enterite e miocardite dell’oca.
Il virus è molto resistente nell’ambiente esterno, protetto nelle secrezioni vive anche 5-6 mesi e i comuni disinfettanti non lo inattivano: servono passaggi ripetuti di candeggina per eliminarlo. Il consiglio in caso di cane malato, è quello di eliminare del tutto tutti gli oggetti venuti a contatto col cane, quindi eliminare cucce, coperte, ciotole, giochi, pulire ripetutamente con candeggina e solo dopo sei mesi provare a far rientrare un nuovo cane.
Il cane si infetta per via orizzontale, quindi venendo a contatto con deiezioni, feci, pelo, saliva infette di altri cani, ma anche di indumenti e oggetti infetti, di insetti vettori passivi (il virus persiste a lungo nell’ambiente) o per via orizzontale, tramite trasmissione per via transplacentare. Il periodo di incubazione varia in media da 7 a 14 giorni, sperimentalmente nelle forme acute si scende anche a 4-5 giorni.
Questi sono i sintomi principali della Parvovirosi o gastroenterite virale:
Veniamo ora alla terapia della Parvovirosi. Fondamentalmente, essendo una malattia virale, non esiste una cura specifica: quello che si fa è cercare di sostenere il fisico del cane nell’attesa che il virus faccia il suo decorso e non determini prima la morte del cucciolo. Di base, la terapia della Parvovirosi è identica a quella dell’enterite grave e acuta.
Questi sono i capisaldi della cura e della terapia della Parvovirosi:
Altra cosa fondamentale è la prevenzione. Esistono dei vaccini da somministrare ai cani: si comincia a 60 giorni con richiami mensili fino al compimento dei quattro mesi. Questo perché ci può essere interferenza con gli anticorpi materni fino a questa età, il che potrebbe pregiudicare la buona riuscita delle vaccinazioni. Questo è il motivo per cui bisogna evitare il fai-da-te: utilizzare il vaccino sbagliato, per esempio uno vivo attenuato in cuccioli sotto il mese di vita, potrebbe scatenare una miocardite virale, mentre un non corretto protocollo vaccinale, potrebbe esporre il cucciolo al contagio. Così come vaccinare un cucciolo che in quel momento non è sanissimo: molti sono convinti che il vaccino sia curativo, ma in realtà se c’è un’altra infezione in corso, il sistema immunitario si trova a dover rispondere da una parte all’infezione pregressa, dall’altra al vaccino e perderà entrambe le battaglie, finendo per peggiorare.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.
Foto | Littlefishyjes – AjC1