Per realizzare lo studio sono stati presi in esame 54 cani di età compresa tra i sette mesi e i 14 anni: i cani sono stati divisi in tre gruppi per poterli monitorare meglio. I cani del primo gruppo hanno ricevuto il cibo dalle mani di una persona che stava loro di fronte e che chiaramente si rifiutava di aiutare il loro padrone ad aprire la confezione della pappa. I cani potevano scegliere se prendere il cibo da questa persona o da una “neutrale” che si trovava nella stessa stanza (una persona, cioè, che non mostrava alcun sentimento)
I cani del secondo gruppo ricevevano la pappa da una persona che aveva aiutato il loro padrone a prepararla; come sopra potevano andare a prendere il cibo da una persona neutrale. Il terzo gruppo riceveva pappa da due persone che non avevano alcuna interazione con il loro umano e non mostravano alcun sentimento.
Nel primo caso, solo un cane ha preso il cibo dalla persona che non collaborava con il suo umano. Negli altri due gruppi, i cani non hanno mostrato alcuna preferenza nelle persone. Il che dimostra che se i cani avessero agito in base al proprio interesse non avrebbero certo fatto alcuna differenza, perché la pappa è la pappa. Secondo il professor Fujita questo vuol dire che i cani condividono con noi umani la capacità di agire liberamente al di là del proprio interesse personale e, per quel che si è potuto comprendere, ai cani non piacciono le persone che mostrano sentimenti negativi verso i loro padroni.
Via | Seamos mas animales












