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Cosa indicano gli eosinofili alti nel gatto e quando allarmarsi

Eosinofili alti nel gatto: cosa indicano, cause, quando preoccuparsi

Cosa indicano gli eosinofili alti nel gatto e quando allarmarsi

Eosinofili alti nel gatto: cosa indicano? Bisogna preoccuparsi? Ecco l’argomento di oggi. Molte volte vi sarà capitato di far fare delle analisi del sangue al vostro micio e di aver notato questo parametro alterato. Molto probabilmente vi sarete preoccupati, però avrete notato che il vostro veterinario non si è allarmato in maniera eccessiva.

Questo non significa che non stia prendendo in considerazione questo parametro, semplicemente che spesso i gatti rivelano una forma di eosinofilia periferica non necessariamente collegata a gravi patologie. Tutto sta nel valutare l’insieme dei sintomi che il gatto manifesta. Prima di andare a scoprire quali sono le cause più comuni di eosinofilia del gatto, conviene prima di tutto sapere cosa siano questi eosinofili.

Cosa sono gli eosinofili

Eosinofili gatto

Gli eosinofili sono un tipo di leucociti, i globuli bianchi per intenderci, quelle cellule deputate a preservare l’integrità biologica del nostro organismo, mettendo in atto meccanismi di difesa per proteggerci dalle aggressione di virus, batteri, parassiti, allergeni, miceti e corpi estranei. In particolare, gli eosinofili insieme ai neutrofili e ai basofili compongono i granulociti.

Citologicamente parlando gli eosinofili hanno un nucleo segmentato e un citoplasma pieno di granuli eosinofilici, da cui il nome. La particolarità è che mentre nel cane questi granuli sono tondeggianti, nel gatto sono a forma di bastoncello.

In generale gli eosinofili si pongono come una forma di difesa contro i parassiti, soprattutto gli elminti. Sono inoltre le cellule responsabili dei danni tessutali in corso di malattie allergiche. Esattamente come i neutrofili, gli eosinofili dispongono di un compartimento midollare (una riserva in pratica) e hanno un’emivita alquanto breve, però a differenza dei neutrofili hanno un notevole compartimento tissutale. Infatti gli eosinofili tendono a concentrarsi di più nel tessuto connettivo degli organi, soprattutto di quelli a maggior rischio di invasione da parte di patogeni come per esempio la cute, l’apparato gastroenterico e quello respiratorio.

Cause di eosinofilia

Gatto pulci

Soprattutto nel gatto le cause di eosinofilia (così si definisce un alto livello di eosinofili nel sangue) sono parecchie. Bisogna dire che visto che la maggior parte degli eosinofili sono concentrati nei tessuti, non sempre le infiammazioni eosinofiliche locali sono accompagnate da eosinofilia periferica, ovvero nel sangue.

Ecco le principali cause di eosinofilia nel gatto:

  • endoparassiti: parassiti polmonari; filaria; parassiti intestinali (Coccidi, Giardia, Ascaridi)
  • asma felina
  • dermatite allergica da pulci
  • complesso del granuloma eosinofilico
  • allergie alimentari
  • enterite eosinofilica
  • miosite eosinofilica
  • panosteite
  • infiammazioni locali
  • patologie delle basse vie urinarie
  • riniti o sinusiti
  • steatiti
  • mastocitomi, sia disseminati che intestinali
  • linfoma (come sindrome paraneoplastica)
  • leucemia eosinofilica
  • sindrome ipereosinofilica
  • neoplasie varie
  • panleucopenia virale felina
  • peritonite infettiva felina
  • toxoplasmosi
  • infezione delle vie aeree superiori
  • piometra
  • insufficienza renale cronica
  • patologie cardiache
  • patologie immunomediate

Sindrome ipereosinofilica

Gatto red tabby

Un discorso a parte merita la sindrome ipereosinofilica o Hypereosinophilic Syndrome o HES: si ha in pratica eosinofilia costante, persistente, matura, elevata e infiltrazione tissutale. Spesso è idiopatica, quindi non si conosce la causa scatenante. Nei gatti i siti preferenziali di infiltrazione sono i linfonodi, il piccolo intestino e il midollo osseo. In pratica per diagnosticarla si devono escludere tutte le altre cause di eosinofilia secondaria.

Tuttavia nel gatto è quasi impossibile riuscire a differenzia la HES idiopatica dalla leucemia eosinofilica cronica, ma in realtà poco cambia per la prognosi perché in entrambi i casi è infausta per il nostro micio.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

Foto | Kaelin.feOxymoronical Wallygrom

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