Dermatite responsive allo zinco nel cane – Esiste una patologia ben nota a chi possiede Siberian Husky e Alaskan Malamute: si tratta della dermatite responsiva allo zinco. Diciamo che non è una patologia dermatologica così comune, ma neanche poi così rara, soprattutto nelle razze predisposte a svilupparla. In pratica è provocata o da una carenza di zinco nella dieta o da un malassorbimento dello zinco o da un utilizzo improprio dello zinco da parte dell’organismo. Ma andiamo a vedere cause, sintomi, diagnosi e terapia della dermatite responsiva allo zinco nel cane.
[related layout=”big” permalink=”http://www.petsblog.it/post/125531/dermatite-responsiva-alla-vitamina-a-nel-cane-cause-sintomi-e-terapia-veterinario-petsblog”][/related]Come abbiamo visto, la carenza di zinco può essere provocata da carenza nella dieta (soprattutto nei cani predisposti), da fenomeni di malassorbimento o da un utilizzo errato. Lo zinco fondamentalmente è importante per diverse funzioni biologiche: regola la risposta immunitaria, modula la cheratogenesi, regola la guarigione delle ferite, aiuta a mantenere la normale funzione riproduttiva e aiuta a mantenere il senso del gusto e dell’olfatto.
Ci sono due tipi di sindrome:
I sintomi di entrambe le sindromi sono:
Nei casi gravi si associano:
Le lesioni cutanee sono rappresentate da:
La diagnosi di dermatite responsiva allo zinco nel cane viene prima emessa come sospetto diagnostico in seguito ad anamnesi e visita clinica, ma la conferma si ha tramite esame istologico delle lesioni e valutazione dei livelli ematici di zinco. La conferma della diagnosi avviene però vedendo la risposta alla terapia.
Fra le diagnosi differenziali abbiamo:
La terapia prevede l’integrazione con lo zinco, a volte si fanno dei cicli a volte l’integrazione è necessaria a vita. Per stabilire se la terapia funziona, bisogna aspettare almeno un mese. Se non c’è stata risposta, allora si aumenta del 50% la dose di zinco somministrata. In aggiunta si fa terapia sintomatica per la piodermite e bagni con shampoo cheratolitici. Soprattutto nel caso della Sindrome I conviene non far riprodurre gli individui affetti per evitare che continuino a nascere cuccioli con la stessa patologia.
La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
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