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I cani fiutano alcune malattie, ma come? Ecco cosa fanno quando avvertono qualcosa

CaniSi comportava in modo strano” – cosa succede quando un cane capisce che sei malato - www.petsblog.it

I cani possono rilevare tumori, diabete ed epilessia grazie al loro olfatto straordinario. Ecco cosa sappiamo.

Un cane che si comporta in modo strano può salvare una vita. Alcuni proprietari hanno scoperto un tumore proprio grazie all’insistenza del proprio animale nel leccare o annusare sempre lo stesso punto sul corpo. Dietro a questi episodi apparentemente casuali si nasconde una verità scientifica che sta guadagnando sempre più attenzione: i cani possono rilevare alcune malattie umane grazie al loro olfatto estremamente sensibile. Non è suggestione, e neppure una leggenda urbana: si tratta di un campo di studio ben documentato, con risultati promettenti nella rilevazione di malattie come il cancro, il diabete, l’epilessia e altre condizioni gravi. Ma come funziona davvero questo meccanismo? E cosa ci dice sul legame tra uomo e cane?

Fiutare la malattia: il naso dei cani e il linguaggio del corpo

I cani vivono immersi negli odori. Il loro cervello è progettato per interpretarli con una precisione sconosciuta agli esseri umani. Parliamo di oltre 300 milioni di recettori olfattivi (contro i 6 milioni umani), che consentono loro di percepire molecole in quantità minime, fino a parti per trilione. Significa che un cane può, teoricamente, “annusare” una singola goccia di sangue in una piscina. Non è solo una questione di quantità: è anche una questione di struttura. Il naso del cane è un organo complesso, con cavità separate per la respirazione e per l’analisi degli odori, e un epitelio olfattivo che occupa una superficie estesa.

Questa capacità è ciò che ha reso possibile l’addestramento di cani in ambito medico e diagnostico. In diversi studi controllati, esemplari addestrati hanno rilevato con successo campioni di urina o di respiro di pazienti affetti da cancro. Ma non servono per forza anni di addestramento: molti cani domestici, anche senza formazione specifica, sembrano reagire in modo anomalo alla presenza di malattie nei propri padroni. Lo fanno leccando con insistenza una zona del corpo, restando incollati al padrone, abbaiando o mostrando irrequietezza. Questo comportamento, all’apparenza bizzarro, può essere un campanello d’allarme.

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Si comportava in modo strano” – cosa succede quando un cane capisce che sei malato – www.petsblog.it

Non è un caso isolato. Ci sono testimonianze anche in contesti clinici: in alcuni ospedali, i cani vengono portati in corsie oncologiche per testare la loro capacità di identificare cellule tumorali. I dati raccolti parlano di una percentuale di successo che supera in certi casi il 90%, seppur con variazioni da cane a cane. Ma non è solo il naso a contare. Anche la vista e l’osservazione del comportamento umano possono avere un ruolo. Un cane, per esempio, può intuire variazioni nel linguaggio del corpo del padrone, nelle sue espressioni o nel tono della voce. In presenza di febbre o dolori nascosti, il cane può diventare iperprotettivo. A volte anche più di un familiare.

Le malattie che i cani possono riconoscere (e i limiti del loro fiuto)

Non tutti i cani sono uguali, e non tutte le malattie producono odori distinguibili. Ma ci sono condizioni ormai riconosciute in letteratura scientifica per cui l’olfatto canino sembra avere un’efficacia significativa. Tra queste, il cancro ai polmoni, al seno e alla prostata, ma anche il diabete, grazie alla capacità dei cani di rilevare le variazioni del glucosio nel sangue. Alcuni esemplari sono stati addestrati per riconoscere le crisi epilettiche prima che avvengano, percependo minimi cambiamenti elettrici nel corpo umano. In altri casi, cani appositamente formati riescono a identificare allergeni alimentari, come arachidi o glutine, in cibi destinati a persone affette da allergie gravi.

Anche le infezioni virali sono un campo di interesse. Durante la pandemia di COVID-19, sono stati condotti esperimenti in aeroporti europei dove alcuni cani hanno dimostrato la capacità di distinguere tra individui positivi e negativi al virus semplicemente fiutando delle salviette con il loro sudore. I risultati sono stati talmente incoraggianti da spingere alcuni Paesi a inserire i cani nel protocollo di screening.

Tuttavia, ci sono limiti e cautele. Un cane non è un dispositivo medico. La sua accuratezza dipende da numerosi fattori: la razza, l’età, la salute, il tipo di addestramento. Non esiste un cane “infallibile”. Per questo motivo, il loro intervento viene considerato complementare e non sostitutivo alla diagnostica tradizionale. Alcuni segnali possono essere fraintesi, e ci sono margini di errore che rendono indispensabile la conferma da parte di esami medici.

L’addestramento, poi, è lungo e specifico. Si basa su tecniche di rinforzo positivo, dove il cane viene premiato ogni volta che individua correttamente un odore associato alla malattia. Gli esemplari che mostrano una risposta costante e affidabile vengono selezionati per attività più complesse, anche in ambito clinico o assistenziale. In alcuni casi, i cani vivono con pazienti cronici e li accompagnano 24 ore su 24.

Ci sono già centri specializzati, anche in Italia, che si occupano di formare binomi cane-conduttore per la rilevazione

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