Reazioni di ipersensibilità: quanti tipi di allergia esistono?

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Quando si parla di reazioni allergiche, bisognerebbe considerare che esistono diversi tipi di ipersensibilità. Ecco quali sono.

Con il termine di reazione di ipersensibilità ci si riferisce a una generica risposta immunitaria provocata dall’interazione fra un antigene, sia esogeno che endogeno e anticorpi, sia umorali che da reazioni immunitarie cellulomediate. Esistono in realtà diversi tipi di reazioni di ipersensibilità o allergia, ognuna con un suo meccanismo e peculiarità ben precise. Senza scendere troppo nel tecnico, andiamo a vedere quali sono i principali tipi di reazioni di ipersensibilità:

  1. Ipersensibilità di Tipo I – Anafilassi
  2. Ipersensibilità di Tipo II – Citotossicità
  3. Ipersensibilità di Tipo III – Immunocomplessi
  4. Ipersensibilità di Tipo IV – Cellulomediata
  5. Ipersensibilità di Tipo V – Anticorpi stimolanti
  6. Ipersensibilità di Tipo VI – Anticorpi bloccanti
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Ipersensibilità di Tipo I – Anafilassi

E’ quella più rapida, entro pochi minuti si ha attivazione di mastociti e granulociti (sempre previa sensibilizzazione) con liberazione di sostanze vasoattive. Tutto è provocato dal legame dell’antigene (un allergene in questo caso) con anticorpi presenti sulla membrana cellulare. Tre le fasi:

  1. sensibilizzazione: il sistema immunitario viene a contatto per la prima volta con l’allergene e produce anticorpi che in futuro gli permetteranno di riconoscerlo
  2. risposta iniziale: dopo la seconda esposizione all’allergene, in 30-60 minuti si ha vasodilatazione, spasmi della muscolatura liscia e aumento delle secrezioni ghiandolari. Si ha rilascio di mediatori primari come istamina e adenosina, mediatori chemiotattici, enzimi come proteasi e chinine, eparina e mediatori secondari come leucotrieni, prostaglandine, PAF e citochine
  3. fase ritardata: a due ore dalla risposta iniziale, anche in assenza dell’allergene, si ha infiltrazione nei tessuti di neutrofili, eosinofili, basofili e monociti con distruzione di epiteli e mucose

Dal punto di vista pratica, distinguiamo:

  • anafilassi locale: si ha nei pazienti atopici per ingestione, inalazione o contatto con gli allergeni. Si ha allergia alimentare, angioedema, rinite allergia, orticaria o asma
  • anafilassi generalizzata: si ha quando l’antigene viene somministrato per via sistemica. Si hanno sintomi come prurito, eritema, pomfi, vomito, diarrea, crampi, dispnea, edema laringeo e shock anafilattico

Ipersensibilità di Tipo II – Citotossicità

Tipica di reazioni trasfusionali, eritroblastosi fetale, anemia emolitica, trombocitopenia autoimmune o anche reazione di ipersensibilità a farmaci. Gli anticorpi vengono diretti contro antigeni di membrana e danneggiano direttamente le cellule. Gli antigeni possono essere sia esogeni che endogeni. Si ha:

  • lisi diretta delle cellule
  • opsonizzazione: anticorpi si appiccicano sulla membrana delle cellule, stimolando la loro fagocitosi da parte dei macrofagi (è quello che in umana succede per incompatibilità del fattore Rh)

Ipersensibilità di Tipo III – Immunocomplessi

Si ha formazione di complessi antigene-anticorpo che, agendo insieme a mediatori nel siero o col complemento, finiscono per provocare risposte infiammatorie locali o generalizzate. Questi immunocomplessi vanno poi a bloccarsi nelle pareti vascolari, nei glomeruli renali, nelle articolazioni, cute, cuore, piccoli vasi o sierose, dando sintomi relativi. In pratica si ha:

  • formazione di microtrombi
  • infiammazione marcata
  • vasculiti
  • glomerulonefriti
  • artriti

Un esempio di questa forma di ipersensibilità è il lupus eritematoso sistemico. Esiste anche una forma locale di questo tipo di ipersensibilità, nota come reazione di Arthus. E’ una vasculite acuta da immunocomplessi con necrosi, emorragie locali, trombosi e ischemia.

Ipersensibilità di Tipo IV – Cellulomediata

Questo è il tipo di ipersensibilità mediata dai linfociti T sensibilizzati. E’ un metodo di risposta usato dal corpo contro gli organismi intracellulari. Ci sono poi dei sottotipi:

  • ipersensibilità ritardata: in umana è tipica la reazione tubercolinica. Si ha arrossamento, indurimento, necrosi locale e formazione di cellule epitelioidi e granulomi
  • ipersensibilità da contatto: tipica della dermatite da contatto
  • citotossicità mediata da cellule T: coinvolge i linfociti T citotossici. E’ la reazione che si ha alla base delle reazioni di rigetto e del diabete mellito di tipo I su base immunomediata

Ipersensibilità di Tipo V – Anticorpi stimolanti

In umana è quella che provoca il Morbo di Graves. Gli anticorpi si legano ai recettori stimolandone la funzione.

Ipersensibilità di Tipo VI – Anticorpi bloccanti

E’ l’opposto della precedente: gli anticorpi si legano ai recettori o bloccandone la funzione o causandone la degradazione. E’ quello che accade nella Miastenia gravis.

Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | Pixabay

Published by
Manuela Chimera