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Ansia da luogo chiuso nel gatto: cause, sintomi e terapia

Parliamo di una patologia comportamentale nel gatto, l'ansia da luogo chiuso: vediamo cause, sintomi e terapia.

Ansia da luogo chiuso nel gatto: cause, sintomi e terapia

Ansia da luogo chiuso nel gatto – Spesso i nostri gatti soffrono di patologie comportamentali e noi neanche ce ne accorgiamo. Pensiamo che quel determinato comportamento sia normale, al limite arriviamo a dire che il gatto ci fa i dispetti (anche se ormai dovremmo aver ampiamente capito che i gatti non fanno i dispetti), ma non ci rendiamo conto che il gatto ha un problema comportamentale. Ecco che allora oggi andremo a parlare di una malattia comportamentale che obiettivamente affligge molti dei nostri gatti costretti a vivere in appartamento, l’ansia da luogo chiuso nel gatto.

Ansia da luogo chiuso nel gatto: cause e sintomi

Il problema nasce dal fatto che il gatto tende ad essere un animale territoriale: in natura suddivide il suo ambiente in diversi settori, c’è quello della caccia, quello dove mangiare, quello dove socializzare, quello dove dormire e riposare, quello dove sporcare e via dicendo. In ciascuno di questi settori il gatto compie svolge una precisa attività con stimoli fisici, visivi, uditivi, olfattivi e tattili sempre diversi. Il guaio è che lo fa anche in casa, solo che obiettivamente il territorio in casa è molto più piccolo: a questo aggiungiamoci un proprietario che lavora tutto il giorno, una casa vuota e silenziosa e priva di stimoli ed ecco che facilmente possono comparire i sintomi dell’ansia da luogo chiuso.

Come dicevamo, per i gatti liberi in natura il territorio è molto più esteso: il gatto passa il suo tempo a cercare di scovare la preda, a catturarla, a mangiarla, a stare con gli altri gatti, a esplorare, a dormire… Per esempio il comportamento di caccia avviene soprattutto all’alba e al tramonto (ecco perché il gatto è attivo alle 5 del mattino e vi sveglia e perché di notte corre su e giù). Il fatto è che il gatto cerca di attuare questi comportamenti naturali anche in casa, dove però il territorio è più piccolo e gli stimoli meno numerosi.

Il che fa nascere quella patologia nota come ansia da luogo chiuso, i cui sintomi sono:

  • aggressione predatoria verso caviglie, polpacci, mani e viso del proprietario (quindi morsi e graffi anche profondi e dolorosi)
  • agguati da dietro le porte, sulle scale, saltando sul letto di notte o saltando da un mobile alto sulla schiena del proprietario
  • iperattività all’alba e al tramonto: corse sfrenate, salti sui mobili e sui muri

Riconoscete il vostro gatto in uno di questi comportamenti? Non dico che sempre, ma se lo fa spesso e volentieri allora è probabile che non sia solo impazzito come pensano molti proprietari (quelli che non pensano che si tratti di dispetti), probabilmente il vostro gatto ha un problema comportamentale in atto e nemmeno ve ne rendete conto.

Ansia da luogo chiuso nel gatto: terapia e cosa fare

Il guaio è che anche quando i proprietari si rendono conto che c’è qualcosa che non va, non si preoccupano per il gatto, bensì per loro stesso: non è importante che il gatto stia sviluppando questa forma di ansia, ma è importante il fatto che il gatto sta disturbando il proprietario non facendolo dormire. Bisogna capovolgere il nostro modo di vedere le cose a volte.

Se avete notato uno o più di questi comportamenti nel gatto, riferitelo al vostro veterinario che provvederà a suggerirvi alcune correzioni e nel caso queste non fossero sufficienti vi invierà ad un consulto con un veterinario comportamentalista. Prima di tutto bisogna arricchire l’ambiente con giochi appositi per il gatto, giochi che stimolino il comportamento di esplorazione e di caccia, ce ne sono diversi in commercio. Certo, magari dovrete eliminare quel vaso per far posto al gioco per il gatto, ma per voi vale più l’affetto del vostro gatto o l’affetto del vostro vaso? Io non ho dubbi.

Potete anche lasciare in giro delle scatole di cartone con diversi buchi con dentro cibo o giocattoli, unendole anche insieme a formare delle tane e dei percorsi (un po’ come si fa anche per i conigli), sempre per far divertire il gatto in quelle otto ore in cui è condannato a vivere da solo in casa. Vanno bene anche i tunnel in stoffa per i bambini, per intenderci quelli che vendono all’Ikea. Ricordatevi poi che con gatti con questi problemi non bisognerebbe mai giocare con le mani, in quanto li vedrebbero sempre come prede.

Per l’attività di procacciamento del cibo, non mettete tutto il cibo in un unico posto, mettetelo in punti diversi della casa, magari anche nascosti o negli appositi dispenser. Altra cosa: passate più tempo col gatto. Lo so che lavorate, ma il gatto ha bisogno dell’interazione. Questo vuol dire giocare con lui, ma coinvolgerlo di più anche quando pulite o riordinate la casa, per il gatto ogni occasione può diventare un gioco e anche rifare il letto può essere divertente per lui se il proprietario lo coinvolge nelle manovre.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | genewolf

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