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C’era una volta Hollywood: Brandy, il cane di Brad Pitt nel film di Quentin Tarantino

Che ne dite di andare a conoscere meglio Brandy, il cane di Brad Pitt nel film C'era una volta Hollywood di Quentin Tarantino?

C’era una volta Hollywood: Brandy, il cane di Brad Pitt nel film di Quentin Tarantino

Prima di cominciare: SPOILER a manetta se non avete ancora visto il nuovo film di Quentin Tarantino, C’era una volta a Hollywood o Once upon a Hollywood. Quindi proseguite nella lettura a vostro rischio e pericolo. Dovete sapere che c’è un protagonista sottovalutato nel film di Quentin Tarantino: stiamo parlando di Brandy, il cane di Brad Pitt nel film. Dovrebbero candidarla al ruolo come Miglior Attrice Non Protagonista agli Oscar per quanto è stata brava a recitare. E a dire il vero, un premio Brandy l’ha anche già vinto.

Che cane è Brandy?

Brandy, il cane di Cliff Booth aka Brad Pitt in C’era una volta a Hollywood, è un Pitbull (o Pit Bull, scrivetelo come preferite). Il cane che l’ha interpreta si chiama Sayuri e proviene da un allevamento del Delaware.

Il fondamentale ruolo di Brandy in Once upon a time in Hollywood

Nel film di Quentin Tarantino, Brandy è il cane di Brad Pitt. E’ la metà migliore dell’uomo: Cliff non vede l’ora di tornare nella sua roulotte per trovare questo angelico Pitbull fulvo che lo aspetta pazientemente per cenare insieme. Nonostante i difetti caratteriali di Cliff e il suo discutibile passato, Cliff è un proprietario di cani perfetto: la nutre con un’alimentazione adatta e varia (a quando pare in America ci sono scatolette al gusto di ratto e procione) e l’ha addestrata alla perfezione. Quando mangia, Brandy deve stare seduta ferma e immobile, senza neanche guaire, al massimo muovendo solo la coda freneticamente. Solo quando Cliff le dice che può andare alla ciotola, allora Brandy scatta e si tuffa a mangiare. Che è quello che ogni proprietario di cane dovrebbe fare: educare alla perfezione il cane. E Brandy è felice del suo padrone.

Brandy è così educata, che sale sui divani solo quando Cliff le dà il permesso, non tira al guinzaglio e se lo fa mettere tranquillamente. Ah, già, poi c’è quella parte in cui Cliff le dà il comando di attacco, ma diciamo che è anche questo che contraddistingue un cane ben addestrato e educato: non morde indiscriminatamente chiunque gli passa accanto come succede purtroppo con molti cani di proprietari che non hanno saputo educare il proprio cane, ma attende di difendere il suo padrone solamente quando questi gli dà il comando.

Ovviamente Brandy non è solo questo, si tratta pur sempre di una pellicola di Tarantino. Vuol essere uno dei tanti richiami alla vecchia Hollywood vista attraverso gli occhi di Tarantino. Lassie o Rin Tin Tin vi dicono niente?

Ma Brandy è qualcosa di più in questa pellicola: non è solo spalla coccolosa carina di uno dei protagonisti, è risolutrice del finale. Inoltre questo cane ha una capacità interpretativa pazzesca. Lo stesso Tarantino ha dichiarato di essersi reso conto in fase di montaggio che Brandy è una grande attrice. Osservate attentamente i primi piani del muso di Brandy: ha un’espressività notevole.

Che premi ha vinto Brandy in C’era una volta a Hollywood?

Brandy/Sayuri è stata così brava e convincente nel suo ruolo che se il film di Tarantino ha vinto un premio a Cannes, lo deve proprio a lei. Brandy, infatti, ha vinto il premio Palm Dog. Si tratta di un premio che celebra le migliori esibizioni canine nei film presenti al Festival di Cannes. Tarantino ha apprezzato il premio: sapeva di non essere alla portata della Palma d’Oro, ma era sicurissimo di essere in regola per il Palm Dog.

La Peta contro Quentin Tarantino

Ovviamente se c’è un cane in un film, la Peta deve subito correre a fare polemica, sia essa giustificata o meno. In questo caso l’associazione no-profit che lotta per garantire i diritti degli animali si è, ovviamente, lamentata della rappresentazione che il film dà dei Pitbull. In una nota ufficiale la Peta ha ricordato a Tarantino che i Pitbull sono animali abusati e che un film del genere potrebbe peggiorare la situazione. In tutto il mondo i Pitbull vengono incatenati, messi in gabbia, lasciati morire di fame, picchiati e fatti combattere fino alla morte. E come nel film le orecchie dei cani vengono tagliate per dare loro un aspetto più cattivo. La Peta parla della presenza di Brandy nel film di Tarantino come di un “ritratto irresponsabile”. Mentre la comunità sta facendo di tutto per aiutare questi animali, contrastando gli allevamenti di Pitbull, ecco che Tarantino gli ha dato nuovo lustro.

Pur capendo le reazioni della Peta, ci sono alcune precisazioni da fare. Il film è ambientato in un periodo in cui il taglio delle orecchie dei Pitbull era cosa comune: volendo rispettare un minimo la fedeltà storica del periodo, Tarantino ha scelto un Pitbull con le orecchie tagliate per questo motivo. Sarebbe stato illogico fare diversamente.

In secondo luogo, Brandy dimostra in realtà quello che un Pitbull può essere veramente se viene educato correttamente: un cane equilibrato che risponde ai comandi del padrone. Nel film Cliff non ha certo educato Brandy ad attaccare chiunque gli capitasse a tiro e si vede chiaramente che non è un cane maltrattato o destinato ai combattimenti, ma solo a difendere se stessa e il padrone in caso di bisogno e solo dietro preciso comando. E si nota anche l’intenso amore che Cliff prova per il suo cane: lo nutre al meglio, le lascia la televisione accesa a casa per farle compagnia quando è al lavoro, la porta a spasso anche quando è stanco morto e non è in forma perfetta, si preoccupa persino di lei quando è gravemente ferito e sta per essere portato in ospedale.

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