La notizia, ripresa da vari giornali, è diventata subito virale e ha scatenato le reazioni più varie: da chi se la prende con il bar a chi dice che, in fin dei conti, quell’acqua ha un costo per il bar e quindi non si capisce perché non si debba farla pagare.
E pensare che nel maggio del 1877 il magistrato civico di Trieste (non Treviso) ordinò ai negozi, botteghe e officine di tenere una ciotola d’acqua pulita per tutta la stagione calda in modo che Fido potesse dissetarsi. Altri tempi.
La versione degli esercenti
24 luglio 2015 – I gestori del bar, contattati dal sito Bufale.net hanno poi spiegato la loro versione dei fatti:
[img src=”https://media.petsblog.it/9/911/siramentaaiproprietarideinegozi.jpg” alt=”Acqua per i cani nei locali pubblici – ordinanza del magistrato civico del 1877″ align=”center” size=”large” id=”117533″]In realtà i 30 centesimi non sono per l’acqua servita al cane, ma per la ciotola usa e getta che il bar acquista per fornire questo servizio a coloro portano il loro amico a quattro zampe e non ne dispongono. Insomma, niente di così scandaloso in fin dei conti. Esistono delle “ciotole” portatili acquistabili nei negozi specializzati, ma se il cliente non ce l’ha il bar è pronto a fornirne una usa e getta. Nel caso il cliente porta la propria l’acqua per il cucciolo è comunque gratis.












