C’è grande soddisfazione da parte della LAV: il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che gli allevamenti di visoni rimarranno chiusi fino al 31 dicembre 2021. E tutto a causa del Coronavirus. Se ricordate, a causa della diffusione del Sars-Cov-2 negli allevamenti di visoni di tutta Europa, era stata ordinata la sospensione dell’attività di allevamento fino al 28 febbraio. Tuttavia, visto l’andamento della pandemia da Covid-19, ecco che si è deciso di evitare il rischio di una diffusione del virus negli allevamenti di visoni per proteggere la salute pubblica.
Simone Pavesi, responsabile Lav Area Moda Animal Free, ha così commentato la decisione del ministro Speranza: “L’interruzione delle riproduzioni dei visoni è una decisione positiva che va ad accogliere parzialmente le richieste della LAV che da sempre, e a maggiore ragione durante la pandemia di coronavirus. Visti i casi di diffusione negli allevamenti che per primi abbiamo denunciato mesi fa, continua a chiedere il divieto permanente dell’allevamento di animali per la produzione di pellicce”.
E ancora: “Grazie alle nostre pressioni, supportate dalla maggioranza degli italiani, abbiamo risparmiato enormi sofferenze a migliaia di animali, 35mila solo quest’anno, e continueremo a batterci per fare diventare questo divieto definitivo. Continueremo a lottare per allineare l’Italia agli altri Paesi europei che, anche in epoca pre-Covid19, hanno messo al bando questi allevamenti sulla base di motivazioni etiche e scientifiche, viste le palesi gravi privazioni a cui sono sottoposti gli animali”.
Anche i professori Crisanti, Pregliasco e Decaro aveva firmato un documento tecnico e un appello diffuso poi dalla Lav. Ma cosa succederà dunque negli allevamenti chiusi? Sono sei gli allevamenti tuttora presenti in Italia. Qui rimarranno solamente i riproduttori, circa 7mila visoni, ma non potranno essere usati per il nuovo ciclo riproduttivo (la fase degli accoppiamenti avviene a marzo, con nascita dei piccoli fra aprile e maggio).
Al momento, negli allevamenti italiani di visono, ci sono stati solamente due focolai:
Negli allevamenti ancora aperti, bisognerà implementare le misure di sicurezza e diagnosi per evitare di introdurre accidentalmente il Coronavirus e creare nuovi focolai e serbatoi. Questo vuol dire fare 60 test virologici (tamponi oro-faringei) ogni due settimane in ogni allevamento. Il tutto costerebbe per sorvegliare i sei allevamenti circa 250mila euro per il 2021 alla Sanità Pubblica.
Il che è assurdo per la Lav, la quale sostiene che chi alleva visoni per trasformarli in pellicce, deve:
Danimarca, Coronavirus: uccisi gatti positivi presenti negli allevamenti di visoni
Via | La Stampa
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