Torniamo a parlare di crisi convulsive nel cane e gatto, focalizzandoci questa volta sulle principali cause, sulla fisiopatologia e su cosa fare e cosa non fare. Prima di tutto bisogna considerare le crisi convulsive come un’emergenza veterinaria, provocate da un’attività eccessiva e non ordinata dei neuroni della corteccia cerebrale e aree annesse. Visto che nelle crisi convulsive potrebbero essere coinvolte le più disparate aree del cervello e visto che anche le dimensioni di queste aree sono estremamente variabili, ecco spiegato perché i sintomi delle crisi convulsive sono così tanti.
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Tuttavia in alcuni pazienti, questo equilibrio fra neuroni inibitori e neuroni “impazziti” può rompersi a causa di altri problemi metabolici:
Questo fa sì che si manifestino i sintomi delle crisi convulsive.
Si possono distinguere le crisi convulsive in:
Con il termine di crisi a grappolo si intendono crisi convulsive che si ripetono continuamente nell’arco di 1-24 ore. Fra una crisi e l’altra, in questo caso, il paziente torna assolutamente normale con una fase di aura post crisi, raramente rimane incosciente.
Nello stato epilettico le crisi proseguono senza sosta: richiede un ricovero perché il paziente rischia di andare incontro a forme di acidosi respiratoria, metabolica e ipossia, con sviluppo di necrosi e danno a cuore e reni.
Una particolarità delle crisi convulsive è la fase pre-crisi e la fase post-crisi:
Sono tante le cause di crisi convulsive nel cane e gatto, possono essere sia intra-craniche che extr-craniche:
Se il vostro cane ha una crisi convulsiva, come prima cosa assicuratevi che, in caso di contrazioni o perdita di coscienza, non si faccia del male cadendo: togliete di mezzo tutti i pericoli, disponete dei cuscini sotto la testa e cercate di tenerlo al buio, senza fare rumore e strillare, in modo da ridurre tutte le possibili cause scatenanti. Intanto contattate il vostro veterinario: in base alla durata della crisi, sarà il vostro veterinario a dirvi come procedere, se attendere che la crisi passi da sola nell’arco di qualche minuto o se portarlo da lui in caso di stato epilettico.
Quello che non dovete fare è mettere le mani in bocca al cane per tirargli fuori la lingua e evitare che si morda: il cane in crisi convulsiva serra mascella e mandibola e se vi morde rischiate letteralmente di farvi dei danni molto seri in quanto non riuscirete ad aprirgli la bocca per liberarvi.
Il vostro veterinario, poi, imposterà un iter diagnostico volto a capire se sia presente una delle cause di cui abbiamo parlato prima o se si tratti di una forma idiopatica. E gli esami da fare sono tanti, non basta fare un profilo di base e vedere emocromo e due parametri: bisogna fare esami comprensivi di elettroliti, funzionalità epatica e renale, acidi biliari, ammoniemia, malattie da zecche, Leishmania, Toxoplasmosi, problematiche cardiache, esami delle urine, esami delle feci…
La terapia si basa sulla sia sulla cura di eventuali malattie sottostanti, sia sull’utilizzo di farmaci anticonvulsivanti. A proposito di questi ultimi, non vanno dati e tolti: una volta che si danno, la terapia va continuata secondo quanto prescritto dal vostro veterinario. La sospensione brusca, infatti, scatena la reattività dei neuroni e la ricomparsa delle crisi. Lo svezzamento da tali farmaci è possibile, ma va fatto sotto controllo veterinario e molto, molto gradualmente.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
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