In Svizzera non conviene essere animali da zoo
Un parco faunistico svizzero è al centro delle polemiche per una decisione molto particolare, venite a leggere cosa è successo
Questa è una storia che arriva dalla “civilissima” Svizzera. Metto le virgolette perchè, se la Svizzera è davvero un paese civile ed avanzato, quanto vi stiamo per raccontare mette in serio dubbio la validità di questo aggettivo. Un parco faunistico sito a Langnau am Albis, una località vicina a Zurigo, ha deciso di intraprendere una strategia del tutto anomala per il controllo demografico all’interno della struttura. Non si parla di animali “non più carini” tanto da attirare più visitatori o “non più utili” tanto da essere utili per la riproduzione. Si parla di un sovrannumero che potrebbe causare problemi meramente burocratici (per i costi di mantenimento) e di qualità della vita (se di qualità si può parlare all’interno di una gabbia).
Questa struttura ha deciso di ridurre i capi di bestiame che superano la quota stabilita dalle autorità. Ha deciso di farlo in una maniera che “atipica” è davvero riduttivo. Hanno deciso di attuare un abbattimento selettivo con conseguente vendita dei cadaveri ai ristoranti locali per servirli al cliente come “piatti esotici”. Nel 2012 quarantanove cervi e dieci cinghiali sono stati forniti ai due ristoranti presenti all’interno o nelle vicinanze del parco naturale, che si sono affrettati a cucinarli per i visitatori. Ruth Widmer, presidente di un’associazione locale svizzera a tutela degli animali, non ha tardato a far sentire la sua voce. La donna è rimasta, ovviamente, molto contrariata dal modo di “regolare” la natalità all’interno del parco e ha invitato la direzione ad usare metodi alternativi per il controllo delle nascite, magari con tecniche di sterilizzazione. Beh, questo è un ulteriore motivo per non andare (e non portare i bambini) agli zoo!
Via| Greenstyle
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