Petsblog Novità Informazione Razze canine e selezioni spregiudicate. Lettera a Petsblog

Razze canine e selezioni spregiudicate. Lettera a Petsblog

Quanto ci si può spingere nella selezione delle razze canine? Quanto si rispetta i cani e i gatti creando delle razze solo per il piacere di avere qualcosa di “eccentrico”?

Razze canine e selezioni spregiudicate. Lettera a Petsblog

La notizia di Surie Cruise che si è recata con sua mamma Katie Holmes in un negozio per comprare un cagnolino dopo il divorzio dei genitori ha portato uno dei nostri lettori, Antonio, a scriverci il suo parere su alcune razze canine.

Come ricorderete, Katie Holmes e sua figlia Surie erano orientate a prendere un cucciolo di French Bulldog e uno di Morkie. La scelta di due razze così particolari fa chiedere al nostro amico Antonio se effettivamente si è alla ricerca di un cane o solamente di qualcosa di eccentrico. Antonio si sofferma sulle razze canine e sulle selezioni spregiudicate che possono compiere gli allevatori ma ci tiene a sottolineare che non critica la selezione in quanto tale, ma solo quella tesa a creare dei mostri. Cosa intende per mostri lo potete leggere direttamente nella sua lettera che trovate di seguito.

Se volete, poi, ci farebbe piacere conoscere il vostro punto di vista nei commenti. E grazie ad Antonio per l’input fornito.

Un gatto persiano

Quello che gli allevatori non dicono

Devo ammettere che ogni tanto affiora la mia natura di ribelle, e non solo quando mi fanno vedere corride o combattimenti di cani. Non è ansia di anticonformismo, è proprio repulsione istintiva quella che provo quando un padrone mi decanta le caratteristiche del suo shar pei, che ha dovuto far operare perché l’eccesso di pieghe della pelle gli impediva di vedere. È meglio che non dica quello che mi viene in mente quando leggo (basta cercare) che il bulldog francese partorisce normalmente col taglio cesareo, perché la sua conformazione impedisce il parto per via naturale.

Sto parlando, ovviamente, delle razze ottenute con lunghe selezioni, che evidentemente hanno avuto soprattutto lo scopo di ottenere animali il più possibile strani, costretti ora a vivere con vere e proprie tare genetiche, che però piacciono tanto ai padroni in cerca di qualcosa di eccentrico.

Personalmente ritengo addirittura criminale, da vietare, selezionare il gatto persiano fino a fargli avere un naso tanto rincagnato da portare problemi di respirazione e di lacrimazione. Naturalmente nei concorsi sono gli esemplari più premiati! A proposito di gatti, mi sembra inevitabile nominare lo sphynx, che può essere definito con un solo termine molto espressivo, cioè brutto. Gli allevatori sono ad un punto di alienazione tale che se un manx nasce con due dita di coda probabilmente lo abbattono, perché lo “standard” prevede che possa averne al massimo un mozzicone. Uno scottish fold che non abbia le orecchie ripiegate rischia di fare la stessa fine.

Per tornare ai cani, cosa dovremmo pensare del carlino, a cui ogni tanto gli occhi schizzano fuori dalle orbite per l’anatomia mostruosa? Purtroppo questo elenco potrebbe allungarsi ancora, con grande orgoglio degli allevatori.

Mi si può obiettare che anche razze come il pastore tedesco, il doberman e il rottweiler sono frutto di selezione. Il fatto è che io non sto criticando la selezione in quanto tale, ma solo quella tesa a creare dei mostri. Alcune razze sono riuscite bene e sono il primo a complimentarmi, anche se, statisticamente, risulta che le varietà del tutto naturali sono le più sane.

Un labrador, un husky, un maremmano-abruzzese, un collie forse per qualcuno non sono abbastanza “eccentrici”? Allora invece di un cane si prendano un’auto verniciata a zebra!

Sicuramente mi sto facendo dei nemici (a parte gli allevatori), e cioè tutti i proprietari dei barboni tosati nelle fogge più assurde. Me ne scuso e ammetto che se con me vivesse un chinese crested dog sicuramente mi affezionerei come a qualsiasi altro cane. Il punto è proprio questo: siamo sicuri che sia necessario uno di questi mostriciattoli per godere la compagnia di un animale? Forse la risposta dovremmo cercarla nella convenienza degli allevatori…

Foto | M. PeinadoMagnus Bråth

Seguici anche sui canali social