Uno studio giapponese sui gatti ci dice ciò che già sapevamo.
Graziella
Ogni gattaro, per esasperazione e forse indole, col passare degli anni diventa un po' cattivo.
Qualcuno forse ricorderà che, negli ultimi mesi, ai miei "figli" pelosi e quadrupedi se ne è aggiunta una glabra e bipede (in realtà, per ora, è quadrupede anche lei).
L'avete notato? Ogni volta che l'essere ha periodi di ferie un po’ più lunghi, a farne le spese sono gli animali. Prepariamoci per tempo.
In Giappone c'è un posto dove il numero di gatti supera quello degli uomini.
Qualcuno dei nostri lettori più affezionati penserà che io stia cominciando a ripetermi. E ha ragione.
Dove sono nata, si dice che "la jatta è mariola", una variante della famosa occasione che rende l'uomo ladro.
Ha avuto inizio il periodo dell'assegnazione dei posti-cuccia. Con le piogge e in previsione dell'imminente freddo, il gattaro che dispone di spazi esterni appronta le residenze invernali della colonia.
Ho avuto la fortuna di nascere e di vivere la maggior parte della mia vita a due passi dalla Costiera amalfitana. La prima cosa che vidi, appena uscita con mia madre dal reparto di ostetricia, fu la città che funge da porta alla Penisola sorrentina.
Una gattara, Marina Amadini, è stata candidata all'Ambrogino d'Oro in rappresentanza di tutti i volontari che si occupano, ogni giorno, di sfamare e curare i randagi.
Come ogni autunno, ho messo a dimora dei bulbi che non vedranno mai la luce del sole.
Spesso mi viene chiesto il perché del mio amore smodato per i gatti.



















