Abbiamo già parlato in passato di trasfusioni del sangue nel gatto e di gruppi sanguigni, ma ci eravamo concentrati soprattutto sul concetto dei donatori. Oggi andiamo a vedere qualche dettaglio in più, soprattutto riguarda il costo della trasfusione, eventuali effetti collaterali e come viene fatta una trasfusione. A differenza di quanto accade nel cane, nel gatto anche la prima trasfusione può generare reazioni trasfusionali mortali per emolisi acuta a causa del fatto che nel gatto ci sono isoanticorpi naturali già presenti. Questo vuol dire che prima di fare una trasfusione di sangue al gatto sarebbe buona norma testare il gruppo sanguigno del donatore e del ricevente.
[related layout=”big” permalink=”https://www.petsblog.it/post/166562/anemia-cane-gatto-gravita-veterinario-petsblog”][/related]Solitamente una trasfusione di sangue nel gatto viene fatta quando ci sia una grave anemia con sintomi in atto. Questo perché ci sono gatti con forme di anemia cronica e valori di ematocrito basso che non presentano alcun sintomi: in questi casi l’anemia si è instaurata gradualmente nel corso del tempo e l’organismo del gatto si è gradualmente adattato alla situazione. I problemi si hanno nelle forme di anemia o emorragia acuta.
Essendo che nei gatti ci sono isoanticorpi naturali (nel loro sangue ci sono già anticorpi preformati contro gli altri gruppi sanguigni), è importante stabilire quale sia il gruppo sanguigno sia del gatto donatore che del gatto ricevente:
Dei gruppi sanguigni nei gatti avevamo già parlato in un articolo precedente, vi rimandiamo a quell’articolo per ulteriori approfondimenti. Aggiungiamo che esiste anche il gruppo MIK, responsabile a volte di incidenti trasfusionali anche in gatti AB che ricevono sangue A. Il problema è che non esistono test specifici per questo gruppo sanguigno, per cui prima di ogni trasfusione, anche in caso di compatibilità di gruppi sanguigni, sarebbe meglio fare le prove di cross reazione, la major e la minor.
I gatti donatori devono rispettare determinati requisiti:
Rispetto alle trasfusioni di sangue nel cane, nel gatto potrebbero insorgere maggiori problemi, anche solo di esecuzione:
Gli effetti collaterali di una trasfusione di sangue nel gatto sono legati all’emolisi massiva da anticorpi. Il gatto presenterà come sintomi:
Visto che nei gatti di gruppo A si hanno, solitamente, bassi livelli di anticorpi B, trasfondendo sangue B a un gatto A ecco che si avranno reazioni meno gravi, ma una minor durata di vita dei globuli rossi trasfusi. Reazioni più gravi si hanno, invece, in gatti B trasfusi con sangue A.
Ci sono, poi, anche sintomi non emolitici, da reazione allergica:
Oltre alla febbre, poi, si possono avere anche reazioni non immunologiche:
La malattia nota come isoeritrolisi neonatale o malattia emolitica neonatale tipicamente insorge in gattini neonati di gruppo A o AB che nascono da madri di gruppo B. E’ la principale causa della Fading Kitten Syndrome. Durante le prime 24 ore di vita, quando assumono col colostro gli alloanticorpi della madre di gruppo sanguigno diverso, ecco che quando questi vengono a contatto con gli antigeni presenti sui loro globuli rossi, si scatena una grave emolisi con anemia emolitica.
Generalmente questi gattini nascono sani e vitali, ma ore o giorni dopo la nascita ecco che manifestano sintomi come:
Quei pochi gattini che sopravvivono, svilupperanno verso la terza settimana di vita necrosi delle estremità su dita, coda e padiglioni auricolari per azione delle agglutinine fredde (IgM). Queste provocano ischemia con necrosi di queste zone.
Non essendoci un tariffario veterinario nazionale, dovete chiedere a ciascun veterinario quale sia la sua tariffa per una trasfusione di sangue. Solitamente ci si aggira intorno ai 100-120 euro a trasfusione. Ovviamente esami collaterali e ricovero sono prezzi a parte, quello è il costo della sola trasfusione.
Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.
Foto | Pixabay