Petsblog Veterinario risponde Farmaci veterinari e farmaci umani, quali sono le differenze?

Farmaci veterinari e farmaci umani, quali sono le differenze?

Farmaci umani e farmaci ad uso veterinario: è solo una differenza di costi?

Farmaci veterinari e farmaci umani, quali sono le differenze?

Update 14 febbraio 2013, ore 12,50: ci è pervenuta una lettera del Ministero della Sanità allo scopo di specificare meglio quanto detto nell’articolo. Il Ministero della Sanità ci tiene a precisare che i farmaci ad uso veterinario sono studiati appositamente tenendo conto del metabolismo del cane e del gatto. Pertanto utilizzare un farmaco non studiato per gli animali potrebbe portare a delle variazioni di farmacocinetica e farmacodinamica. Inoltre il Ministero della Sanità sottolinea come i farmacisti non possano in alcun modo sostituire un farmaco veterinario con un generico uso umano, ma eventualmente solamente con un generico uso veterinario. E infine indica come i farmaci ad uso veterinario siano i più adatti come qualità, sicurezza ed efficacia. Per conoscenza, aggiungo in fondo all’articolo la lettera completa del Ministero della Sanità.

Quali sono le differenze fra i farmaci umani e i farmaci ad uso veterinario? Oggi andiamo a parlare di un argomento alquanto delicato che mette a dura prova sia il portafoglio del proprietario che il suo rapporto con il veterinario. Se avete pet da compagnia vi sarà di sicuro capitato di dover spendere anche 50 euro per una ricetta contenente solamente un paio di farmaci ad uso veterinario.

In tempi di crisi come questa, sono molti i proprietari che trasecolano davanti a certe cifre e chiedono al proprio veterinario se non sia possibile sostituirli con dei farmaci ad uso umano, magari anche dei generici, in modo da ridurre le spese. Il guaio è che, come vedremo fra poco, il veterinario per legge è tenuto a prescrivere quelli per animali.

Perché il veterinario prescrive farmaci per animali

Compresse

Quando il vostro veterinario vi prescrive un farmaco per uso animale, molto più caro del corrispettivo per uso umano, non pensiate che lo fa per cattiveria. Un proprietario una volta, preso da disperazione, è anche arrivato a dirmi che i veterinari lo fanno perché ricevono poi dei compensi dalle ditte farmaceutiche. Voglio subito sfatare questo mito: quando un rappresentante di qualsiasi farmaco veterinario passa dal veterinario per spiegargli le novità del suo prodotto, si limita a fare proprio questo: gli dice come funziona, le differenze che ci sono fra altri analoghi, come si usa e massimo massimo ti regalano una penna o una scatola di caramelle. E’ una leggenda metropolitana, senza alcun fondamento.

Detto questo, allora perché continuiamo a prescrivere i farmaci ad uso veterinario, decisamente più cari rispetto ai corrispettivi umani? Semplice, è la legge che ce lo impone. Ebbene sì, la legge prevede tassativamente che qualora sia presente sul mercato farmaceutico un farmaco ad uso veterinario, il medico sia costretto a prescriverlo. Quindi di fatto noi veterinari non siamo liberi di prescrivere il farmaco ad uso umano se esiste il corrispettivo veterinario: le ricette di farmaci umani potrebbero essere contestate durante i controlli di legge e procurarci grane a non finire. E poco importa che uno lo farebbe per evitare che il cane non venga curato perché il proprietario non ha i soldi per comprare il farmaco ad uso veterinario: questo dettaglio a quanto pare non interessa a nessuno.

Addirittura qualche tempo fa si era anche mobilitato Marco Innocenti Degli, consigliere nazionale dell’Enpa che aveva proposto una petizione su Change.com per chiedere al ministro della salute che venisse reso obbligatorio anche da parte dei veterinari prescrivere non il farmaco col nome commerciale, bensì il principio attivo in modo che i clienti potessero così acquistare i generici e i veterinari non finire nei guai. Riporto qui lo stralcio di una sua dichiarazione: ‘Curare i pet è diventato un costo insostenibile per le famiglie italiane, già duramente provate dalla crisi e da un carico fiscale estremamente oneroso. L’attuale normativa prevede infatti che i veterinari non possano prescrivere ai loro pazienti animali farmaci per uso umano nel caso in cui siano disponibili medicinali veterinari, più costosi, con le stesse indicazioni terapeutiche’.

Farmaci umani sostituibili a quelli veterinari

Farmaci uso veterinario

Quindi il veterinario per legge è tenuto a prescrivere i farmaci per animali, al posto di quelli umani. Tuttavia bisogna considerare che non sono tutti interscambiabili. Alcuni di uso comune sì però, facciamo qualche esempio:

  • Synulox: forse uno degli antibiotici più usati, come principio attivo contiene amoxicillina + acido clavulanico. Il corrispettivo umano più famoso è l’Augmentin, disponibile anche in formulazione generica. Quello che cambia è il dosaggio: l’Augmentin esiste in compresse da 1 grammo, mentre il Synulox è disponibile in compresse da 50, 250 e 500 milligrammi. A volte mi è capitato di prescrivere il Synulox e il proprietario, andando in farmacia, si è visto offrire dallo stesso farmacista il corrispettivo generico. La qual cosa mi va benissimo, tuttavia in questi casi varrebbe la pena di fare una telefonata al veterinario per chiedere consiglio sui dosaggi. I farmaci ad uso umano non hanno sempre gli stessi dosaggi di quelli ad uso veterinario e quindi la somministrazione potrebbe variare e i farmacisti non sono al corrente delle modalità di somministrazione particolari di questi farmaci
  • Diuren: lo dice il nome stesso, un diuretico. Il principio attivo è la furosemide, contenuta nel farmaco ad uso umano che si chiama Lasix. Anche qui esiste un generico
  • TK1: si tratta di vitamina K, in umana conosciuta come Konakion. In commercio sono ultimamente uscite numerose formulazioni per uso veterinario, il problema è che costano parecchio. Visto che la terapia con Konakion viene fatta per parecchi giorni in caso di avvelenamento da rodenticidi, se hai da trattare un cane di 40 chilogrammi, non tutti possono spendere metà stipendio per curarlo
  • Zantadine: è la ranitidina, un gastroprotettore molto utilizzato in veterinario. In commercio esiste sia la formulazione come Zantac che il corrispettivo generico. In questo caso lo Zantadine ad uso veterinario, oltre a costare molto di più, va bene per cani di piccola taglia, per i grossa taglia rischi di far fuori una boccetta ogni tre giorni e inoltre non è registrata per gatti
  • Fortekor: si tratta di benazepril, farmaco utilizzato nel trattamento dell’insufficienza renale del gatto e nell’insufficienza cardiaca del cane. Anche qui esiste un generico uso umano che costa tre volte di meno e visto che la terapia in questi casi è spesso a vita vale la pena di considerare le differenze di costi

Questi sono solo alcuni esempi. Ribadisco che qualora il vostro veterinario vi prescrivesse un farmaco ad uso veterinario e il farmacista vi consigliasse il generico umano, è d’obbligo una telefonata al veterinario per accordarsi sulle dosi.

C’è poi da considerare un altro fattore. Pur avendo lo stesso principio attivo, a volte capita che un farmaco uso umano funzioni meglio di un farmaco ad uso veterinario o viceversa: perché? Beh, è l’eterna diatriba che c’è anche in umana fra farmaci generici e farmaci dal nome commerciale. Quello che cambia sono gli eccipienti che in alcuni casi potrebbero modificare la capacità di assorbimento o la biodisponibilità del principio attivo.

Altra considerazione da fare è che non tutti i farmaci veterinari hanno un corrispettivo ad uso veterinario. Alcuni antibiotici, farmaci per il cuore, antiparassitari esterni ed interni, i prodotti otologici esistono solo per uso veterinario e quelli per uso umano possono provocare più danno che altro.

La dottoressa veterinaria Manuela risponderà volentieri ai vostri commenti o alle domande che vorrete farle direttamente per email o sulla pagina Facebook di Petsblog. Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria.

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Lettera Ministero Sanità

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