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Enteropatia Food-responsive nel cane: cause, sintomi, dieta e terapia

Enteropatia Food-responsive nel cane: andiamo a vedere cause, sintomi, diagnosi, dieta e terapia di questa malattia intestinale.

Enteropatia Food-responsive nel cane: cause, sintomi, dieta e terapia

L’enteropatia Food-responsive nel cane entra a far parte delle enteropatia croniche. Fra di esse abbiamo: enteropatia dieto-responsiva o FRE, enteropatia antibiotico-responsiva o ARE (ex SIBO) e enteropatia immuno-responsiva o IRE (ex IBD). Al di là della confusione di nomi e acronimi (che ciclicamente cambiano), si tratta di una enteropatia cronica che vediamo spesso nei nostri cani, ma che a volte si rivela frustrante sia da diagnosticare che da curare. Andiamo dunque a scoprire cause, sintomi, dieta e terapia di un cane che soffre di enteropatia Food-responsive.

Enteropatia cronica nel cane e gatto: qual è la terapia migliore?

Enteropatia Food-responsive cane: cause e sintomi

L’enteropatia Food-responsive tipicamente si manifesta in cani giovani, di qualsiasi taglia e con problemi ripetuti e cronici di diarrea del grosso intestino. Al contrario, le forme di enteropatia immuno-responsive o comunque Food-non responsive tendono a manifestarsi di più nei cani adulti o anziani con diarrea del piccolo intestino, anoressia e dimagramento.

Lo dice il nome stesso: sono diarree che rispondono al cambio di alimentazione, a patto di trovare il cibo giusto per quel cane. Che non è detto che avvenga al primo colpo. Sono cani che hanno anamnesi di diarree croniche e ripetute nel tempo, con problemi enterici che si manifestano già nel corso dei primi mesi di vita. In questi casi si pensa sempre a controllare parassiti intestinali e Giardia, ma anche quando il controllo è ottimale, il cane persiste nel manifestare i sintomi.

A questo punto, escluse parassitosi, controllato che non ci siano forme di insufficienza pancreatica, ecco che si potrebbe pensare a una forma di enteropatia Food-responsive.

Enteropatia Food-responsive cane: dieta e terapia

Come dicevamo, dopo aver escluso forme pancreatiche e extra intestinali che possano causare questi continui episodi di diarrea (ivi incluse malattie ormonali e errori nella dieta da parte dei proprietari), si può provare a fare una dieta apposita. Le migliori sono le diete idrolizzate, seguite dalle diete iperdigeribili e dalle diete monoproteiche.

Perché in quest’ordine? Perché quando si parla di diete commerciali monoproteiche bisogna leggere attentamente gli ingredienti. Inoltre non è detto che a livello di stabilimenti di produzione si riesca ad avere un azzeramento totale degli allergeni. Ricordate quando sulle etichette degli alimenti trovate la dicitura “Potrebbe contenere tracce di…”? Ecco, a quello si riferisce. Si potrebbe anche valutare una dieta casalinga, ma il problema è che qui, dopo i primi 15-20 giorni di prova, bisognerebbe contattare un nutrizionista veterinario affinché crei una dieta il più bilanciato possibile. Un conto è dare cavallo e patate per 15 giorni a un cane, un conto è darglieli a vita. Ovviamente va in carenza.

Probabile che servano diversi tentativi, variando tipi di mangimi a proteine, considerando non solo le proteine, ma anche i cereali contenuti. L’importante è che seguiate le tempistiche dettate dal veterinario: se ogni settimana vi mettete a saltellare da un prodotto all’altro, confonderete solamente le acque.

In questo caso la dieta non è solo diagnostica, ma anche parte della terapia. Certo, si possono usare prebiotici, probiotici, enzimi, vitamine, ma se non si trova la dieta giusta, si è sempre al punto di partenza.

Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto di Mat Coulton da Pixabay

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