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Coronavirus gatto: come si trasmette, diagnosi e test

Il Coronavirus del gatto è lo stesso del Coronavirus in Cina? No, stessa famiglia, ma virus diverso. E malattia diversa, che conosciamo tutti: è il virus alla base della FIP o Peritonite Infettiva Felina.

Coronavirus gatto: come si trasmette, diagnosi e test

Sgombriamo subito il campo da dubbi: il Coronavirus del gatto non è lo stesso Coronavirus della Cina. Si tratta di virus diversi, appartenenti alla stessa famiglia, ma che causano malattie differenti. In realtà il Coronavirus del gatto lo conoscete tutti, anche solo per averne sentito parlare: è il virus che provoca la FIP o Peritonite Infettiva Felina, malattia di cui abbiamo ampiamente parlato. Inoltre esistono anche altri Coronavirus: quello del cane tipicamente provoca forme di diarrea e enterite, ma ne esiste, per esempio, anche uno che colpisce il suino.

Coronavirus: tipi e famiglia

Avevamo già parlato in dettaglio delle caratteristiche del Coronavirus che provoca la FIP o Peritonite Infettiva Felina. Qui vogliamo ricordare alcuni dettagli importanti.

Il Coronavirus del gatto è un virus che fa parte dell’ampia famiglia dei Coronaviridae. A sua volta il genere Coronavirus è suddiviso in 5 gruppi antigenici. In particolare, nel gruppo I troviamo come virus:

  • FCoV: provoca forme di enterite nel gatto, ma la sua mutazione può provocare la FIP. Esiste il FCoV 1, quello più frequente e il FCoV 2, forma che deriva dalla ricombinazione fra FCoV e CCoV
  • CCoV: quello che causa l’enterite del cane
  • TGEV: provoca una forma di gastroenterite nel suino
  • HCV-229E: quello umano

I Coronavirus sono virus a Rna monofilamento, solitamente di grandi dimensioni. Sono dotati di envelope e sono sensibili al calore, ai solventi per i lipidi e ai detergenti anionici. Tecnicamente il gatto può contrarre tutti i Coronavirus del gruppo 1 (quindi anche quello del cane e delle persone), ma solamente FCoV è in grado di scatenare la Peritonite Infettiva Felina (forse anche CCoV ne è in grado).

Come tipologia di virus, poi, sono tipici i fenomeni di mutazione o di ricombinazione genetica (il che spiega il passaggio di specie del Coronavirus cinese, passato dai pipistrelli ai serpenti e poi all’uomo). Inoltre sono virus che attaccano in prima battuta l’apparato respiratorio e intestinale.

Coronavirus gatto: come si trasmette e sintomi

Dei sintomi e della patogenesi della Peritonite Infettiva Felina ne abbiamo già parlato ampiamente in passato. Qui vi ricordiamo che è una malattia sempre ad esito fatale: una volta che il virus muta, la FIP è progressiva e irreversibile. I presunti gatti guariti da FIP, molto probabilmente non avevano la Peritonite Infettiva Felina vera e propria, ma un altro virus. Oppure avevano il Coronavirus non ancora mutato e un’altra patologia contestuale.

Il virus colpisce tutti i gatti ed è ampiamente diffuso, sia nei gatti di casa che in quelli delle colonie. La maggior parte dei gatti alberga il Coronavirus nel proprio intestino (ci sono tantissimi portatori cronici asintomatici che continuano ad eliminare e diffondere il virus con le feci). Tuttavia la maggior parte delle infezioni da FCoV è asintomatica. In pochi casi si hanno lievi e transitorie diarree, con eliminazione del virus attraverso le feci. Solamente il 5-10% dei gatti che ospitano il FCoV sviluppano poi la FIP.

La trasmissione della FIP, anzi, del Coronavirus avviene per via:

  • diretta
  • indiretta: contatto con feci, saliva, ciotole in cui hanno mangiato insieme, cucce in cui hanno dormito tutti insieme, possibile anche che l’uomo funga da vettore passivo, trasportando il virus su mani, scarpe o indumenti

Tende a manifestarsi di più nei gatti giovani, soprattutto nei maschi. Non si conosce ancora il meccanismo per cui il Coronavirus ad un certo punto muta dalla forma relativamente innocua a quella maligna che scatena la FIP, ma si ipotizza che altre malattie, stress o cali delle difese immunitarie possano essere alla base di tali mutazioni. Solitamente la FIP deriva dalla mutazione del FCoV, sono pochi i casi di trasmissione diretta del virus mutato.

Per quanto riguarda i sintomi dell’infezione da FCoV abbiamo:

  • forme asintomatiche
  • diarrea lieve
  • forme respiratorie

Per la FIP, invece, distinguiamo due forme (lo sviluppo dipende dalla risposta cellulo-mediata: se bassa, si ha la forma umida, se alta, si ha la forma secca, ma una forma non esclude che col tempo possa manifestarsi l’altra): quella umida o essudativa e quella secca o granulomatosa. Ci sono dei sintomi aspecifici che possono presentarsi in entrambe le forme e poi sintomi tipici di ciascuna di esse. I sintomi aspecifici sono:

  • febbre
  • abbattimento
  • letargia
  • anoressia
  • perdita di peso
  • vomito
  • diarrea
  • anemia
  • ittero

Forma umida o essudativa (decorso veloce)

  • vasculite
  • sierosite
  • versamento toracico
  • versamento pericardico
  • ascite o versamento addominale
  • dispnea
  • aumento di volume dell’addome

Forma secca o granulomatosa (decorso più lento)

  • nefromegalia
  • insufficienza renale
  • epatomegalia
  • ittero
  • vomito
  • diarrea
  • diabete
  • meningocencefalite
  • atassia
  • paresi
  • paralisi
  • mancanza di equilibrio
  • iperestesia
  • nistagmo
  • convulsioni
  • anomalie del comportamento
  • pupilla irregolare
  • precipitati cornea
  • emorragia della retina
  • uveite
  • cecità

Coronavirus gatto: diagnosi e test

La diagnosi di certezza per la FIP prevede l’esame istologico dei tessuti interessati dalle lesioni. Purtroppo questo vuol dire che la diagnosi di certezza la si può avere solo post mortem. Intra vitam la diagnosi di FIP viene fatta mettendo insieme i sintomi, l’esito degli esami e l’esclusione di altre malattie come FIV, FeLV e Toxoplasmosi.

Per quanto riguarda i test sierologici bisogna ricordare che la ricerca anticorpale non è in grado di distinguere gli anticorpi del Coronavirus normale da quelli della FIP. Inoltre a volte gatti con forme gravi non hanno anticorpi, per cui si hanno dei falsi negativi. Si può anche fare la titolazione anticorpale tramite IFI, test Elisa o la PCR per la ricerca dell’RNA, ma anche qui non permette di distinguere fra Coronavirus benigno e Coronavirus maligno. Si possono abbinare anche esami del sangue dove si evidenzia anemia, leucocitosi neutrofilica, aumento delle proteine, diminuzione del rapporto albumine/globuline e aumento dell’alfa glicoproteina acida.

A tutto ciò va abbinato anche l’esame dell’eventuale liquido di versamento.

Queste informazioni non sostituiscono in nessun caso una visita veterinaria. Ricordiamo che Petsblog non fornisce in nessun caso e per nessun motivo nomi e/o dosaggi di farmaci.

Foto | Pixabay

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